jueves, 18 de abril de 2013

Dei servi e dei riconteggi elettorali

CAPRILES E' GOVERNATORE PER SOLI 45111 VOTI IN PIÙ - CHAVISTI NON IMPUGNARONO NÈ AIZZARONO ALLA VIOLENZA
Tito Pulsinelli - Ignorare gli assalti dei squadristi di Capriles agli ospedali pubblici. Occultare la piromania contro le sedi del partito socialista e l'uccisione di 8 persone. Questa è la linea del monopolio mediatico internazionale, proteso a diffondere che si tratterebbe di uno scontro tra opposte fazioni politiche in cui -chissá perchè- i morti appartengono tutti allo stesso schieramento, quello chavista.

Rimozione totale degli attacchi simultanei e generalizzati agli ambulatori ed ambulanze. Per non far sapere che in Venezuela esiste l'assistenza medica gratuita? Per cancellare che l'ira e il fuoco dei squadristi neoliberisti è rivolto principalmente contro il diritto alla salute? L'usuale complicità degli scrivani di cronache sudamericane è ora diventata omertà neoliberista. Se la Convenzione di Ginevra caratterizza come criminale di guerra chi spara alla crocerossa, che saranno quelli che lo fanno in tempi di pace?

Altro, meritevoli di protezione mediatica, e stuzzicano la commossa simpatia d'un M. Cavallini che vede virili combattenti contro un "modello assistenzial-autoritario" (sic). Il Fatto raggruma e divulga il risentimento bilioso di vari derivati di questo Mister Ex, capace di pensate di questa gittata. "Maduro aveva l'obbligo -se voleva essere considerato vincitore- di replicare quantomeno i termini dell'ultima vittoria elettorale di Chávez". Come? Quando Chávez vinceva con il 15% di vantaggio era un imbroglio di stampo "bulgaro", se il succesore vince con una differenza  che rientra nei sacri parametri occidentali, è sempre imbroglio. Why?

Capriles, però, è esentato da quella medesima obbligazione: divenne Governatore regionale con soli 45111 voti in più dell'avversario, senza destare nessun sospetto tra i cavallini e gli asinelli. I chavisti. non impugnarono il risultato, non chiesero riconteggi, nè si ammutinarono, incendiarono o uccisero a mansalva 8 avversari politici. Era il dicembre del 2012, e Capriles -luce degli occhi del Cavallini- assunse la carica, fedele alla linea che le uniche elezioni oneste sono quelle che vince.

Che dire della condotta del giro mediatico quando Bush venne eletto dalla Corte Suprema con soli 537 voti di vantaggio? Tutti zitti e in fila per uno. Nulla da obiettare nemmeno al rattrappito vantaggio di Obama nella sua seconda ascensione al trono. Yes sir. I cattivi antidemocratici sono sempre i pellerossa sudamericani. L'applausometro automatico scatta solo per Washington e i vassalli autoctoni sul limes amico.

José Luis Ponce Ordóñez e Rosiris del Valle sono stati uccisi da colpi di armi da fuoco, sparati da una carovana di fiammanti fuoristrada 4x4, poche ore dopo che Capriles incitò a protestare contro la "truffa elettorale". Stavano picchettando la clinica pubblica di La Limonera, nell'area di Baruta, zona esclusiva dei sobborghi di Caracas. E' un feudo da sempre governato dal partito di Capriles. Le due vittime erano colpevoli di abitare in una zona riservata ai WASP e sionisti, contaminata dal nuovo insediamento popolare, che svaluta il valore dei terreni. Baruta, però, non è la Cisgiordania nè il Sudafrica. L'avventurismo squadrista non ha sbocchi  e consolida il blocco sociale popolare.

Le vie di fatto, le scorciatoie imboccate dai militanti di cause che recano il sigillo del FMI, e che mettono nel mirino la politica sociale del governo, sono destinate al fallimento. Il Venezuela è ben altro che il frutto d'una magia carismatica, culto tropicale o il risultato d'un fantomatico populismo "aritmeticamente giunto al suo capolinea". Parola di Cavallini, mentre il suo eroe Capriles declama che è solo un "castello di sabbia, basta un soffio e va giù". Dovranno armarsi di pazienza e attendere, meglio seduti. L'economia del Paese sudamericano è al quinto anno consecutivo di crescita, +5,5% nel 2012. Può destinare il suo bilancio dove meglio crede, senza il permesso di Washington, meno ancora del conglomerato mediatico internazionale, sposato alla mistica dei tagli, confische e sanzioni del FMI. Da Caracas ad Atene, dal Messico al Portogallo, da Madrid a Roma.  





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