Coriolanis Il Brasile ha spalancato le porte dell'Amazzonia all'esercito degli Stati Uniti. Cadono miti e capisaldi che -da sempre- erano la bussola della dottrina geopolitica dello Stato brasiliano. Questo è il rischioso gioco d'azzardo del mai-eletto presidente Temer, alla testa del potere politico per volontà e gli intrighi del potere giudiziario, la regia del monopolio mediatico e
la passività delle forze armate, o almeno della sua alta gerarchia.
Cade
il tabù dell'inviolabilità dell'Amazzonia, sfuma la fermezza con
cui finora erano sempre stati respinti i tentativi esterni di
controllarla, anche sotto il manto ecologista di trasformarla in una
"riserva internazionale" sotto una giurisdizione
cosmopolita. E' stata accantonata con l'autorizzazione alle manovre
militari USA-Brasile-Perù-Colombia, nella zona della triplice
frontiera nord, a ridosso della regione mineraria e della riserva dei
corposi giacimenti di gas-petrolio del Venezuela.
"Siamo
molto preoccupati" ha detto Lindbergh Farias, senatore del
blocco del Partito dei Lavoratori "è una cosa molto pericolosa,
un autentico attentato alla sovranità nazionale". C'è stata
riprovazione generalizzata, un clamore avverso alla costruzione di
una base militare "provvisoria" multinazionale. Infrangere
l'inviolabilità della gran riserva di bio-diversità
amazzonica, è come rinnegare l'orientazione strategica storica
seguita dalle forze militari.
In
pochi mesi, l'illegittimo presidente Temer ha consegnato alla British
Petroleum la multinazionale statale Petrobras, e ha creato le
premesse per consegnare in condizioni di saldo anche la riserva
petrolifera sottomarina Presal. L'ultraliberista Temer ha cominciato
a demolire l'eredità di Getulio Vargas che -dagli anni 40- è stata
la guida per lo sviluppo nazionale del Brasile moderno. Per evitare
la dipendenza neocoloniale e la totale subordinazione al mercato
estero, Getulio Vargas aveva dato vita ad un'economia mista, con
presenza dello Stato negli snodi strategici.
Da
buon e accecato neoliberista, Temer arriva all'estremo di liquidare
integralmente lo Stato sociale, e privatizzare alla velocità della
luce tutto quanto è privatizzabile.Egli è nemico non solo dei
lavoratori dipendenti o dei ceti medi, anche del sistema di sanità
pubblico, delle pensioni, del lavoro normato da contratti, ma anche
del Brasile inteso come nazione, con un proprio ruolo autonomo nel
nuovo panarama internazionale.
Quando
autorizza una manovra a Tabatinga, con 13 elicotteri, 11 aerei e
navi, e ben 2000 militari (anche stranieri), più osservatori
appartenenti a 20 Paesi, c'è stato un sussulto che ha attraversato
tutta la società brasiliana. Si è diffusa un'inquietudine
contro sproporzionate esercitazioni militari mai avvenute in
precedenza. Accettare che gli Stati Uniti inviassero persino un'aereo
di trasporto Hércules C-130, è un gesto di preoccupante
subordinazione, nonostante la smentita del general
Antonio Manoel de Barros, capo della Operazione AmazonLog 17.
I
militari nazionalisti mostrano disapprovazione, e segnalano che non è
mai stato un mistero che gli Stati Uniti hanno sempre nella mira
appropriarsi della conca amazzonica. O almeno ottenerne il
controllo geopolitico. Pertanto inquadrano queste esercitazioni come
un primo e importante passo per inserire l'esercito brasiliano
nell'orbita geostrategitca degli USA. Cosa che va controcorente e
indebolisce il contesto di un Brasile-potenza multipolare, dentro del
BRICS, al lato del Venezuela, asse del blocco sudamericano.
Poi,
per chi non sottovaluta l'enunciazione di Kurt Tidd -capo del Comando
Sud del Pentagono- c'è anche una finalità di breve scadenza,
tendente a coagulare gli sforzi per articolare una risposta militare
di tipo "regionale" contro il Venezuela. In pratica,
radicalizzare le mosse per "isolare-asfissiare",
sistematizzando il blocco commerciale e l'embargo finanziario contro
Caracas. Per ottenere una base giuridica che giustifichi
l'allestimento di un "corridoio umanitario". Vale a dire:
prima ti affamo, poi ti precludo i farmaci, infine le truppe
imperiali, quelle vassalle e della NATO accantonate nelle Antille
olandesi, manderebbero i loro reparti speciali a consegnare gli
agognati "aiuti umanitari".
vedi:http://estrategia.la/
https://red58.org/opciones-estrat%C3%A9gicas-frente-a-potencial-intervenci%C3%B3n-de-eeuu-en-venezuela-c67e3dc20e32
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