La resistenza militante non violenta funziona.
Le proteste pacifiche, prolungate funzionano.
I movimenti di massa con un enorme numero di partecipanti funzionano. Sì, America, è possibile usare le occupazioni e la disobbedienza civile per opporsi alle politiche governative e causare un cambiamento al di fuori dei confini dell’urna elettorale.
E’ stato fatto prima. Può essere fatto di nuovo.
Per esempio, nel maggio del 1932, più di 43.000 persone, dette Bonus Army, cioè i
reduci della I Guerra mondiale e le loro famiglie, dimostrarono a Washington. Disoccupati, indigenti e con famiglie a cui dar da mangiare, più di 10.000 reduci hanno preparato delle tendopoli nella capitale della nazione, rifiutandosi di andarsene fino a quando il governo non accettava di pagare loro i titoli di stato gratuiti come ricompensa per i loro servizi.
Il Senato
votò contro il pagamento immediato dei bonus, ma i dimostranti non
cedettero. Il Congresso rimandò all’estate e i dimostranti rimasero
accampati. Alla fine, il 28 luglio, in seguito a ordini del Presidente
Herbert Hoover, i militari arrivarono con carri armati e cavalleria e
cacciarono via i dimostranti, incendiando la loro tendopoli
improvvisata. I dimostranti, tuttavia, ritornarono l’anno successivo e
alla fine i loro sforzi non soltanto riuscirono ad assicurare loro il
pagamento dei bonus, ma contribuirono all’approvazione della Legge per i
diritti G.I. *
Analogamente,
il Movimento per i Diritti Civili mobilitò centinaia di migliaia di
persone per colpire il cuore di una società ingiusta e discriminatoria.
Similmente, mentre il movimento pacifista degli anni ’60 iniziò con
poche migliaia di persone considerate estremisti, terminò con centinaia
di migliaia di dimostranti che chiedevano la fine dell’aggressione
militare americana all’estero.
Questo tipo
di attivismo di “potere alla gente” – di gente comune , populista e
potente –è esattamente il marchio di impegno civile che John Lennon ha
sostenuto in tutta la sua carriera di musicista e di attivista contro la
guerra.
Son passati
37 anni da quando Lennon fu freddato dal proiettile di un assassino l’8
dicembre 1980, ma la sua eredità e le lezioni che ha impartito nella
sua musica e nel suo attivismo, non sono diminuite nel corso degli anni.
Dato che
non si astenne mai dal dire la verità al potere, Lennon divenne un
esempio di come il governo degli Stati Uniti faccia tutto il possibile
per perseguitare coloro che osano sfidare la sua autorità.
Lennon è
stato oggetto di una campagna durata quattro anni di sorveglianza e di
persecuzione da parte del governo americano (capeggiata dal Direttore
dell’FBI, J. Edgar Hoover) nel tentativo del Presidente Richard Nixon di
farlo “neutralizzare” ed espellere. Come fa notare Adam Cohen del New York Times “La
sorveglianza dell’FBI di Lennon, ci ricorda di quanto facilmente lo
spionaggio interno può diventare avulso da qualsiasi scopo legittimo di
applicazione della legge.
Ciò che
sorprende di più e che, in sostanza, è più inquietante, è il grado in
cui la sorveglianza risulta essere stata intrecciata con la politica
elettorale.”
Anni dopo
l’assassinio di Lennon, si sarebbe saputo che l’FBI aveva raccolto 281
pagine di dossier della sorveglianza su Lennon. Come osserva il New York Times:
“Chi critica l’attuale sorveglianza interna, fa obiezioni in gran parte
per motivi di privacy. Si sono concentrati molto di meno su quanto
facilmente la sorveglianza del governo può diventare uno strumento per
chi è al potere per cercare di mantenere il potere. ‘La storia degli
Stati Uniti contro Lennon’ è la storia non soltanto di un uomo che viene
perseguitato, ma di una democrazia che viene indebolita.”
Questa persecuzione diretta dal governo non era nulla di nuovo.
Parco J. Lennon, l'Avana |
L’FBI ha
avuto una lunga storia di persecuzione, di azioni penali, e, in
generale, di tormentare gli attivisti, i politici, i personaggi della
cultura, soprattutto tra questi ultimi, dei nomi famosi come il cantante
folk Pete Seeger, il pittore Pablo Picasso, l’attore comico e regista
Charlie Chaplin, il comico Lenny Bruce e il poeta Allen Ginsberg. Tra
quelli sorvegliati più da vicino dall’FBI, c’era Martin Luther King Jr.,
un uomo etichettato dall’FBI: “il leader di colore più pericoloso ed
efficace del paese.”
Nel caso di
Lennon, l’ex Beatle nei primi tempi aveva imparato che la musica rock
poteva servire a un fine politico, proclamando un messaggio radicale.
Soprattutto, Lennon capiva che la sua musica era in grado di mobilitare
il pubblico e di contribuire a portare a un cambiamento.
Per
esempio, nel 1971, a un concerto tenutosi ad Ann Arbor, nel Michigan,
Lennon andò sul palco e con il suo solito stile polemico, cantò a
squarciagola “John Sinclair”, una canzone che aveva scritto riguardo a
un uomo condannato a 10 anni di carcere per avere in suo possesso 2
sigarette di marijuana. A pochi giorni dall’invito all’azione fatto da
Lennon, la Corte Suprema del Michigan ordinò che Sinclair venisse
rilasciato.
Mentre
Lennon credeva nel potere della gente, comprendeva anche il pericolo di
un governo affamato di potere. “Il guaio del governo così come è, sta
nel fatti che non rappresenta la gente,” osservava Lennon; “la
controlla.”
Nel marzo
1971, quando fu lanciato il suo singolo “Power to the People”, fu chiaro
da che parte stava Lennon. Essendosi trasferito a New York in quello
stesso anno, Lennon era pronto a partecipare all’attivismo politico
contro il governo degli Stati Uniti, il “mostro” che stava finanziano la
guerra in Vietnam.
L’uscita dell’album di Lennon Sometime in New York City,
che conteneva un messaggio radicale contro il governo praticamente in
ogni canzone e che sulla copertina mostrava il Presidente Nixon e il
Presidente cinese Mao Tse-Tung che ballavano nudi, ha soltanto
stuzzicato l’ira degli agenti governatici che avevano già preso di mira
Lennon.
Comunque,
la guerra ufficiale degli Stati Uniti contro Lennon cominciò sul serio
nel 1972 dopo che vennero a galla delle voci che Lennon volva
intraprendere un giro di concerti negli Stati Uniti che avrebbe
mischiato la musica rock con l’organizzazione contro la guerra e la
registrazione degli elettori. Nixon, temendo l’influenza di Lennon su
circa 11 milioni di nuovi elettori (il 1972 era il primo anno in cui i
diciottenni potevano votare), fece consegnare all’ex-Beatle l’ordine di
espulsione “nel tentativo di zittirlo come voce del movimento
pacifista.”
Come
dimostra il dossier dell’FBI su Lennon, i promemoria e i rapporti della
sorveglianza dell’FBI dell’attivista pacifista erano volati avanti e
indietro tra Hoover, la Casa Bianca di Nixon, l’FBI e l’Ufficio dell’Immigrazione degli Stati Uniti.
La persecuzione di Nixon nei riguardi di Lennon è stata implacabile e inappropriata.
Anche se
Lennon non stava complottando per abbattere l’Amministrazione Nixon,
come temeva il governo, questo persisteva nei suoi tentativi di farlo
espellere. Ugualmente determinato a resistere, Lennon si trincerò nelle
proprie posizioni e contrattaccò. Ogni volta che gli veniva ordinato di
lasciare il paese, i suoi avvocati rimandavano il processo ricorrendo in
appello.
Infine, nel
1976, Lennon vinse la battaglia di restare nel paese e nel 1980
ricomparve con un nuovo album e i piani di diventare di nuovo
politicamente attivo. Il vecchio estremista era tornato ed era pronto
provocare problemi.
Sfortunatamente, il tempo di Lennon come agitatore fu di breve durata.
Mark David
Chapman era in attesa nell’ombra l’8 dicembre 1980, proprio mentre John
Lenno stava tornando nel suo condominio. Per ironia, Lennon aveva
scritto il suo autografo per Chapman poco prima, nella serata, fuori
dalla sua abitazione.
Mentre
Lennon usciva dalla macchina per salutare i fan radunatisi li fuori,
Chapman come a fare eco inquietante all’appellativo che l’FBI
usava per Lennon, ha chiamò: “Mister Lennon!”
Lennon si
voltò e fu raggiunto da un raffica di spari mentre Chapman,
abbassandosi in posizione di combattimento puntò la sua pistola calibro
38 e scaricò quattro pallottole nella schiena e nel braccio sinistro di
Lennon. John inciampò, barcollò in avanti, e, col sangue che sgorgava
dalla bocca e dal torace, crollò a terra.
John Lennon fu dichiarato morto al suo arrivo all’ospedale.
In modo
molto simile, Martin Luther King Jr., John F. Kennedy, Malcolm X, Robert
Kennedy e altri che sono morti tentando di sfidare i poteri
costituiti, Lennon era stato finalmente “neutralizzato.”
Tuttavia,
non si può uccidere un movimento con una pallottola e un pazzo:
l’eredità di Lennon continua a vivere nelle sue parole, nella sua musica
e nei suoi sforzi di dire la verità al potere.
Come Yoko Ono scrisse in una lettera del 2014 alla commissione per la libertà condizionale incaricata di determinare se Chapman dovesse essere rilasciato: “Uomo di umili origini [John Lennon], portò luce e speranza al mondo intero con le sue parole e la sua musica. Ha cercato di essere un potere buono per il mondo, e lo è stato. Ha dato incoraggiamento, ispirazione e sogni alle persone, indipendentemente dalla loro razza, fede e sesso.”
Come Yoko Ono scrisse in una lettera del 2014 alla commissione per la libertà condizionale incaricata di determinare se Chapman dovesse essere rilasciato: “Uomo di umili origini [John Lennon], portò luce e speranza al mondo intero con le sue parole e la sua musica. Ha cercato di essere un potere buono per il mondo, e lo è stato. Ha dato incoraggiamento, ispirazione e sogni alle persone, indipendentemente dalla loro razza, fede e sesso.”
L’opera di Lennon per cambiare il mondo in meglio è lungi dall’essere finita.
La pace
resta irraggiungibile. Gli attivisti e le “talpe” continuano a essere
perseguite per aver contestato l’autorità del governo. Il militarismo è
in crescita e al tempo stesso la macchina governativa della guerra
continua a devastare vite innocenti.
Per chi di
noi si è unito a John Lennon per immaginare un mondo di pace, sta
diventando più difficile conciliare quel sogno con la realtà dello stato
di polizia americano. Come faccio notare nel mio libro Battlefield America: The War on the American People, coloro
che osano davvero far sentire la loro voce, sono classificati come
dissidenti, agitatori, terroristi, pazzi o malati di mente e destinati a
alla sorveglianza, alla censura o, peggio, alla detenzione
involontaria. E sembra che stia soltanto peggiorando. Come raccontava
–Lennon in un’intervista del 1968:
Penso che
tutta la nostra società sia gestita da gente folle che ha obiettivi
folli…Penso che simo gestiti da maniaci con mezzi maniacali. Se qualcuno
può mettere su carta ciò che il nostro governo e il governo americano e
quello russo…cinese…quello che stanno realmente cercando di fare e
quello che pensano che stanno facendo, sarei molto contento di sapere
che cosa stanno facendo. Penso che siano tutti folli, ma sono soggetto a
essere messo da parte come un pazzo per avere espresso queste idee.
Questa è la cosa folle riguardo a ciò.”
Qual è, quindi, la risposta?
Lennon aveva una miriade di risposte.
“Se tutti chiedessero la pace invece che un altro televisore, allora ci sarebbe la pace.”
“Producete
il vostro sogno personale. Se volete andare a salvare il Perù, andate a
salvarlo. E’ possibile fare qualsiasi cosa, ma non rivolgetevi ai
leader. Dovete farlo voi stessi.”
“La pace non è qualcosa che desiderate; è qualcosa che create, qualcosa che siete e qualcosa che regalate.”
“Dite di
volere una rivoluzione/E’ bene procedere subito/Ebbene, alzatevi in
piedi/ E uscite in strada/Cantando, potere alla gente.”
“Se volete la pace, non l’avrete con la violenza.”
In realtà,
una rivoluzione di qualsiasi essenza non avverrà per mezzo della
violenza. Le forze governative sono armate completamente e stanno
aspettando quell’occasione.
Combattere
contro il male dello stato di polizia americano può solo accadere per
mezzo di pensieri consapevoli che vengono messi in azione. Come canta
Lennon in “Happy Xmas,” “La guerra è finita, se lo volete.”
Volete la
fine della guerra? Smettete, allora di appoggiare le campagne militari
del governo. Volete che finisca la violenza del governo contro la
cittadinanza? Allora chiedete che la vostra polizia locale venga
demilitarizzata. Volete il ripristino delle vostre libertà? Dovrete
convincere il governo che “noi, la gente” siamo i padroni in questa
relazione e che gli impiegati governativi sono i nostri funzionari
pubblici.
La scelta è nostra.
Il potere (se lo vogliamo), come ammetteva Lennon, è nelle nostre mani.
“La gente ha il potere, tutto quello che dobbiamo fare è risvegliare quel potere
nelle
persone,” concludeva Lennon. “Le persone sono inconsapevoli. Non sono
educate a rendersi conto che hanno quel potere. Il sistema è orientato
in modo che ognuno crede che il governo sistemerà ogni cosa. Noi siamo
il governo.”
Per il momento, la scelta è ancora nostra: schiavitù o libertà, guerra o pace, morte o vita.
Il punto in cui non abbiamo scelta, è il punto in cui i vincono i mostri – i maniaci, l’autorità costituita, lo Stato profondo.
Come avvertiva Lennon: “O vi dovete stancare combattendo per la pace o morire.”
Traduzione © 2015 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY NC-SA
fonte: www.vocidallastrada.org/2017/12/il-messaggio-piu-radicale-di-john-lennon.html#more
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