liste elettorali della rete consolare in Canada.
Questa singolare mossa del governo Trudeau, impone il paradosso di un Paese della denominata "comunità internazionale" che -in nome della più cristallina democrazia- nega il diritto di voto a cittadini residenti sul suo territorio. Poco importa che incorre in una plateale violazione della Carta delle Nazioni Unite e della Convenzione di Vienna.
Questa singolare democrazia "alla canadese", pur di delegittimare spettacolarmente un altro Paese o influire -in modo peraltro infimo- sulle percentuali di partecipazione elettorale, non si ferma neppure di fronte all'arbitrarietà di un inedito blocco elettorale. Ad Ottawa prevale l'ansia di dare ossigeno ad una stanca narrativa che, dalla prossima settimana, intonerà il coro global-mediatico sull'apertura di un "canale umanitario.
Caracas insiste che si tratta di aprire il "canale finanziario", ossia che la banca occidentale rimetta in circolazione i capitali della Repubblica bolivariana del Venezuela, illecitamente "congelati" per ordine di Trump.
A parte tutto, il Canada camuffa con difficoltà dietro la "narrativa umanitaria" il reale contenzioso: ha perso l'esclusiva di cui aveva sempre goduto nel pingue settore minerario. Il Venezuela, infatti, ha aperto la partecipazione nelle miniere di oro e diamanti alla Cina, Sudafrica e Angola, con la formula della compartecipazione al 50%.
"NARRATIVA" e REALTA', secondo AFP
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