jueves, 18 de octubre de 2018
Arabia Saudita: Diritti umani, armamenti e svendita dei titoli USA
Dopo l'uccisione del "giornalista" Kashoggi all'interno dell'edificio diplomatico dell'Arabia Saudita in terra di Turchia, é diventato impossibile ai media occidentali ignorare i metodi repressivi utilizzati abitualmente dai sovrani
wahabiti. Il silenzio e la connivenza era il prezzo da pagare per continuare ad esportare l'intero campionario di tecnologie militari e sistemi d'arma offensivi e difensivi alla maggiore delle petromonarchie arabe. Trump lo ha detto chiaramente: "non intendo rischiare di perdere un contratto d'esportazione di 100 miliardi di armi a causa dei diritti umani". Lui lo dice, tutti gli altri -compresa la UE- condividono e annuiscono.
Il monarca saudita ha risposto che reagirebbe ad ogni eventuale sanzione, chiudendo o diminuendo i rifornimenti di petrolio per farlo schizzare a 200 e piú dollari per barile. Il primo compratore é Washington. Peró ha altre due frecce al suo arco: diversificare le fonti di approvigionamento degli armamenti e di rivolgersi alla concorrenza, mai come ora tanto competitiva con gli USA. In questo scenario é implicito un colpo di timone che avvicinerebbe l'Arabia Saudita alla Cina, Russia e persino all'Iran.
Sarebbe un autentico cambio di rotta, che fa sudare freddo a Trump. A Ryad, nella proliferazione di minacce e messaggi mafiosi trasversali che é diventata la politica internazionale attuale, hanno esplicitamente menzionato l'avvicinamento alla Russia (armi) e al "grande Satana" della Casa Bianca che é ora la Cina.
Infine, c'é la via di attacco diretto al dollaro sbarazzandosi dei titoli di Stato emessi in abbondanza dal governo USA; sarebbe il "dumping" dei Buoni del Tesoro comprati all'ingrosso dal petromanarca Saudita, soprattutto dopo il 2015. In questo modo, affiancherebbe Pechino come agenti maggiori della de-dollarizzazione che -da strisciante- diventerebbe insidiosa, in quanto incidirebbe nel ruolo del "petrodollaro" separandolo dal dollaro.
I due grafici illustrano il vincoli dei Sauditi con il maggior esportatore d'armi del mondo e l'andamento degli acquisti di cartaceo del Tesoro USA.
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