jueves, 16 de julio de 2020

VENEZUELA: REINIZIATA PRODUZIONE PETROLIFERA - INDIA INVIA PETROLIERE


La refinería de Amuay se encuentra en la península de Paraguaná y en el estado Falcón (noroeste de Venezuela).
L'India intescambia diesel per greggio, nonostante le sanzioni anti-Venezuela

Selvas - Il Venezuela ha rimesso in moto la raffineria di Cardon
 (Paraguana'). In questo modo rende evidente che il blocco totale della capacita' produttiva del suo sistema di raffinazione e' stato superato. Il complesso petrochimico si e' rimesso in moto dopo l'arrivo delle 5 petroliere dell'Iran che hanno sopperito alla mancanza
di additivi e di parti tecnologiche ("ceaqueo" catalittico), indipensabili per produrre. La raffineria, ora produtttiva, di Cardon appartiene allo Stato del Falcon e secondo fonti sindacali starebbe processando 35mila barili al giorno. Non e' un risultato di poco conto, se si considera che sopraggiunge dopo un incendio avvenuto nella fabbrica due settimane addietro.  

Il paese sudamericano, pur bersagliato da sanzioni commerciali e finanziarie -a cui si allinea parzialmente anche il Parlamento della UE- e che sta resistendo con sacrifici indicibili per la popolazione, oggi incamera un risultato di gran importanza. La riattivazione del complesso di Cardon garantisce il fabbisogno interno di combustibile e consente di far fronte al contratto con l'India. 

Da Bombay India, funzionari della Reliance Industries Limited (RIL) -gruppo industriale di imprese con sede a Bombay, hanno dichiarato che confermano l'acquisto di 1,9 milioni di barili di petrolio a cambio di diesel. L'India ribadisce la validita' del contratto di interscambio con l'industria petrolifera statale Pdvsa, basato sullo scambio di greggio venezuelano con diesel indiano (Reuters). L'operazione avverra' nel molo per le esportazioni di Jose, localita' operativa della maggiore raffineria, situata nella parte orientale del territorio venezuelano.

La multinazionale indiana RIL ha ribadito che continuera' l'accordo basato sull'interscambio greggio-per-diesel, nonostante le sanzioni decise nel 2019 dagli Stati Uniti con la finalita' di ridurre le entrate derivanti dal petrolio al governo di Caracas. Sono misure draconiane per ottenere la caduta del governo prima delle elezioni presidenziali a cui il signor Trump dovra' sottoporsi.negli USA

Il Venezuela ha un accordo di intescambio simile a quello con l'India, sia con la compagnia petroliefra italiana ENI che con la spagnola Repsol, basato sullo scambio diretto greggio-combustibile, senza ricorso ad alcun segno monetario. Neppure il dollaro noradmericano, di cui Washington si serve per bloccare ogni operazione nel circuito bancario internazionale.

Su un altro fronte conflittivo, dove il contenzioso e' stato portato

all'incandescenza, Cina e Iran hanno firmato un accordo strategico tra l'Iran
per 280 miliardi di dollari, per investimenti nello sviluppo del settore del gas,perolio e petrochimic dell'Iran. Altro accordo per 120 miliardi e' destinato alle infrastrutture per il trasporto e il potenziamento industriale. L'accordo 
ha una durata di 25 anni, e stabilisce che puo' essere investimenti cinesi per 130 rivedibile e integrabile ogni quinquennio. L'Iran ricevera' all'inizio di orgni quinquennio gli investimenti prestabiliti. Pechino otterra' gli idorcarburi con uno sconto del 10%, e mette da parte le forniture dell'Arabia Saudita.

E' un colpo secco alla strategia che -attraverso l'unilateralismo del dollaro- ha messo a soqquadro la liberta' dei commerci, della navigazione, pervenendo a un disodine monetario con l'arbitraria e altalenante condotta della divisa USA, vieppiu' subordinata alla logica politico-militare.


Questa saldatura cino-iraniana e' di gran rilevanza. e sembra confermare che le troppe "guerre economiche" del signor Trump -almeno nell'Asia meridionale- conducono a risultati strategici opposti a quel che voleva evitare.

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