Di fatto, mercoledì 3 gennaio, centinaia di migliaia di iraniani si sono riversati nelle strade e nelle piazze, sventolando la bandiera nazionale, per schierarsi al lato dei governanti di Teheran. Si è trattato di una risposta popolare nelle stesse località dove avvennero tumulti e le scaramucce: Ahvaz, Durud, Joram Abad, Boruyerd,
Nayafabad, Isfahan, Zanjan, Kermanshah, Qom, Birjand y Jomeini Shahr. Risonarono, invece, slogan con accuse di indebite intromissioni e grossolane manipolazioni (1) nei confronti degli USA.
Debka, inoltre, anticipa una mesta conclusione: "Se le proteste hanno perso intensità, è perchè nè gli intellettuali, nè i commercianti del bazar, nè la classe media e meno ancora gli studenti, si sono uniti alle stesse". Il sito notoriamente vicino ai "servizi" israeliani, sottolinea che l'aver controllato agevolmente e senza violenza questi moti "..è un segnale di estrema fiducia in sè stesso per un governo in grado di superare situazioni di gran difficoltà".
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Il direttore generale di “Human rights Watch”, Kenneth Roth, si è esposto ad utilizzare una foto delle manifestazioni di sostegno al governo, spacciandola come prova che illustrava la "sollevazione popolare" contro il regime (sic).
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Il direttore generale di “Human rights Watch”, Kenneth Roth, si è esposto ad utilizzare una foto delle manifestazioni di sostegno al governo, spacciandola come prova che illustrava la "sollevazione popolare" contro il regime (sic).
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