lunes, 11 de marzo de 2019

VENEZUELA - DOPO IL SABOTAGGIO ELETTROMAGNETICO, TORNA LA LUCE


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E' tornata la luce a Caracas e nelle altre cittá, dopo che un secondo attacco informatico ed elettromagnetico aveva azzerato gli sforzi svolti per restaurare la somministrazione dell'energia elettrica in tutto il paese. Due mazzate in tre giorni, non casuali ma pianificate, tese a distruggere il ciclo produttivo e le scorte alimentari. Sia quelle domestiche che i depositi commerciali basati sulla refrigerazione, vitali nel clima dei Caraibi. 



Insufficiente manutenzione o sabotaggio della centrale idroelettrica del Guri? Appena qualche minuto dopo l'oscuramento totale del paese, il vicepresidente nordamericano M. Pence e il senatore ultras Narcos Rubio, con toni trionfali annunciarono il rovinoso blackout, fornendo dettagli e dati ancora sconosciuti a tutti. I loro tifosi europei, sulla stessa falsariga, danno massimo risalto alla presunta mancanza di generatori di energia autonoma negli ospedali. Puntavano il dito accusatore contro il governo venezuelano, tacendo benevolmente su chi aveva attentato contro i beni, sicurezza e salute di 30 milioni di persone.



Francamente é di zero credibilitá l'ipotesi che le autoritá si siano dimenticate della manutenzione di una struttura che genera il 70% del fabbisogno elettrico nazionale. C'é stato un crollo totale e simultaneo -non progressivo- della distribuzione elettrica..

Ció é possibile soltanto con un attacco backbon al sistema computerizzato (hack&crac) che regola la colonna vertebrale delle turbine del Guri.



Solo le principali potenze mondiali hanno la capacitá operativa e la tecnologia per poter penetrare ed azzerare il sistema di gestione informatica della diga amazzonica del Guri. Pochissime potenze hanno la capacitá di convogliare milioni di incursioni al secondo,  simultanee, per rendere inservibili strutture di tale importanza strategica. 
 

Tra queste potenze, solo gli Stati Uniti hanno ripetutamente minacciato di adire la “soluzione militare” contro il Venezuela. La Cina e la Russia, invece, sono suoi “alleati strategici” ed hanno posto il veto alle insistenti pretese di “ingerenza umanitaria” nel paese sudamericano.



Soltanto gli Stati Uniti, per bocca di Obama, proclamarono che il Venezuela é un loro “nemico inusuale e straordinario”. Non é dato sapere se i notabili dell'UE, stanziali a Bruxelles, condividano simili castronerie; in ogni caso reggono il bordone a Washington e adottano sanzioni e rappresaglie finanziarie, indossando la curiosa veste di sanzionati-sanzionatori. Sanzionati da Trump per commerciare con la Russia e sanzionatori dei “nemici inusuali” di Trump.

Trenta milioni di abitanti del paese di Simon Bolivar sono stati privati per 4 giorni e 4 notti dell'elettricitá, obbligandoli a vivere  senza internet, Tv-radio, telefonia, bancomat e frigoriferi, costringendo a buttare il cibo decomposto. Il popolo, peró, non si é fatto prendere dalla disperazione, né ha dato vita a tumulti e saccheggi come speravano a Washington. E i  melliflui tifosi che da Bruxelles parlano a nome dell'Europa, devono giá prender atto dello scaricabarile del "diplomatico" Elliot Abrams che sposta le responsabilitá degli USA sul Mossad di Israele.
11/3/2019

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