Presidente venezuelano Nicolás Maduro e il ministro della difesa russo Serguéi Shoigu |
William Izarra* Riassumiamo
gli ultimi eventi, che sembrano delineare uno scenario prebellico
rafforzato o accelerato dall’intenzione di Trump di liquidare il governo
di Nicolas Maduro e la rivoluzione bolivariana.
1. Viaggio di Tillerson nei paesi stretti alleati e vassalli degli
Stati Uniti; sue dichiarazioni dirette contro il Venezuela in ogni paese
visitato.
2. Presenza di Kurt Tidd (capo del Comando sud) )a Bogotà e due riunioni con il presidente
colombiano Santos e il ministro della difesa. Con la scusa di incontri
per rivedere le azioni di contrasto al narcotraffico, il tema centrale è
stato il piano di intervento diretto in Venezuela, con il ricorso a una
forza multinazionale guidata dalla Colombia tramite l’appoggio, la
consulenza e il monitoraggio del Comando Sud.
3. Mobilitazione di truppe alla frontiera fra Brasile e Colombia; la
causa dichiarata e apparente sarebbero gli arrivi dal Venezuela, ma il
vero obiettivo è l’assedio al Venezuela con il ricorso all’operazione
Tenaglia.
4. Completa l’operazione il rapporto clientelare stabilito fra Stati
uniti e Guyana (compreso l’appoggio riguardo alla questione del
territorio di Essequibo, conteso con il Venezuela), che sfocia nell’uso
del territorio di questo Stato per il controllo militare del
narcotraffico, una scusa che nasconde il vero motivo: l’assalto al
Venezuela al momento opportuno.
5. I Paesi Bassi con le loro isole di Aruba, Bonaire e Curazao
significano una diretta presenza della Nato a pochi chilometri dalla
costa venezuelana. I Paesi Bassi sono uno stretto alleato degli Usa
nelle azioni militari finalizzate a imporre l’egemonia.
6. Le dichiarazioni pubbliche (in riunioni con settori
dell’opposizione) dell’incaricato d’affari degli Stati uniti - che ha il
rango di ambasciatore – che agisce senza alcun rispetto del ruolo che
dovrebbe avere un diplomatico, con chiari richiami alla conquista del
governo da parte delle forze controrivoluzionarie appoggiate dagli Usa.
7. Le istruzioni, date all’opposizione, di astenersi dal firmare il documento in Repubblica Dominicana.
8. La prosecuzione del giro di Tillerson da parte di Julio Borges il
quale, sulla base delle istruzioni del Dipartimento di Stato, continua
la propria attività di Ambasciatore di Guerra chiedendo più sanzioni
contro il Venezuela.
9. L’accelerazione del blocco economico da parte dell’Unione Europea
come parte della destra mondiale dei paesi occidentali guidati dagli
Stati Uniti nell’operazione volta a strangolare e piegare il popolo
venezuelano che non ha finora permesso la dissoluzione della rivoluzione
bolivariana.
10. Di tutti gli eventi verificatisi fra il 15 gennaio e il 10
febbraio, il più significativo da considerare per una possibile
invasione del Venezuela è la presenza e l’azione del Comando Sud in
Colombia (fattore militare) in concomitanza con il viaggio aggressivo
del nuovo falco, e rapace petroliere, Rex Tillerson, segretario di Stato
Usa. Le aggressioni da parte dell’imperialismo statunitense vedono
sempre l’azione diplomatica precedere l’atto militare. Ne concludo che
potrebbe essere imminente il tentativo di invasione da parte degli Usa
con l’impiego di una forza multinazionale diretta dalla Colombia dal
Comando Sud.
Gli atti di resistenza e contro-invasione da parte delle forze rivoluzionarie bolivariane completano il quadro.
Traduzione Marinella Correggia
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