viernes, 24 de julio de 2009

Golpe in Honduras. Il presidente legittimo Zelaya è entrato in territorio honduregno


Immagine dalla diretta di TeleSur

Zelaya ha ricevuto per via telefonica l'appoggio di Brasile, Paraguay, Venezuela, Bolivia e Argentina

Oggi è il fatidico giorno annunciato dal presidente legittimo Manuel Zelaya in cui rientrerà nel paese, da 27 gironi in mano a una giunta golpista. Ecco come si stanno svolgendo i fatti, attraverso la diretta di TeleSur.

Di Stella Spinelli - Peacereporter


- Alle 15.00 ora locale, le 23 in Italia, Mel chiede un summit con lo Stato maggiore dell'esercito, mentre è protetto da una marea di persone che gli fanno scudo dopo aver oltrepassato la frontiera.

- Zelaya è entrato in Honduras, sono le 14.25. 22.25 ora italiana. Tenendo in mano una catena simbolica, sorretta da tutti coloro che lo accompagnano. Lo stanno proteggendo con il proprio corpo. Una catena umana. Ancora non si è riunito alla fiumana di gente che lo aspetta, tenuta più indietro dal cordone dei militari. L'ordine del governo de facto è di arrestarlo.

- Alle 14.12 ora honduregna, 22.12 ora locale, Mel tenta il dialogo con il capo del posto di frontiera. Un tentativo di far schierare questi uomini istituzionali dalla parte della democrazia, contro il golpe. La speranza è scongiurare la violenza.

- Alle 13.56 ora locale, 21.56 ora italiana, Mel Zelaya è a otto chilometri dall'Honduras, a Las Manos. Circondato da indios, contadini e dalle truope televisive internazionali, continuamente in contatto telefonico con presidenti e istituzioni mondiali che lo sostengono - ma anche con chi lo sta aggiornando della situazione dei manifestanti e del comportamento dell'esercito, che finora ha tentato la repressione - avanza indossando il suo inseparabile cappello bianco. "Non ho fretta. E non vogliamo provocare violenza. Passo dopo passo andremo avanti". Dall'altra parte, nel dipartimento honduregno di El Paraiso, i soldati lo attendono con un muro di scudi antisommossa.

Le tappe della giornata - I movimenti sociali hanno rotto oggi il blocco della polizia che impediva loro di raggiungere la frontiera con il Guatemala, dove il presidente legittimo Zelaya sta aspettando, su territorio guatemalteco, di ricongiungersi con il suo popolo e, con il sostegno della sua gente, rientrare in Honduras, dopo l'esilio forzato che dura da quasi un mese (28 giugno scorso). La rottura del cordone militare è accaduta nel dipartimento di Paraiso.
I soldati si sono trovati costretti a retrocedere di fronte alla marea di gente che stava concentrandosi in questo punto anche se molti manifestanti hanno deciso di passare per le montagne, per non scontrarsi con le forze dell'ordine. Ma i soldati comunque cercano di recuperare il territorio perduto lanciando bombe lacrimogene.

La strada è rimasta chiusa da sacchi di sabbia e altri ostacoli. Ma la gente non si è arresa.
Tutti attendono il loro presidente unico, contro un esercito golpista a servizio di un governo illegittimo.
Intanto dal Nicaragua, al confine con l'Honduras, Manuel Zelaya sta tenendo una conferenza stampa dove spiega che pacificamente ha intenzione di entrare nel suo paese. "La gente sta passando - spiega - poi, al telefono con Lugo, presidente paraguiano, che ha appena terminato il summit del Mercosur, dice: "Grazie infinite per il vostro appoggio". Quindi riceve persino il presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, che porta il saluto e il totale sostegno. E nella mattina aveva già parlato con la presidente Argentina, e quindi Chavez, con il quale ha conversato a lungo ieri.
Appoggi anche dall'Osa, dall'Onu. "E' un momento di difesa della democrazia honduregna, latinoamericana, americana, mondiale", precisa Mel.
"Cercheremo di parlare con i colonnelli dell'esercito che non sono implicati nel golpe. Ci sono uomini che non sono coinvolti in questo colpo di Stato ma che, però, per la disciplina militare, sono costretti a rispettare gli ordini del capo dell'esercito. È a loro che mi rivolgerò dal confine con l'Honduras, rispettando quei cinquanta metri di zona franca tra le due linee di confine". E' a loro che Zelaya si rivolgerà per far capir loro da che parte sta la giustizia e la democrazia.

Poi sottolinea: io ho tre frontiere aperte e potrei salire in elicottero e entrare da una delle tre in qualsiasi momento.

Secondo quanto riporta Giornalismo Partecipativo, l'esercito e paramilitari golpisti si stanno accanendo contro il popolo in Honduras. Almeno dieci posti di blocco nei 110 chilometri che separano Tegucigalpa dalla frontiera con il Nicaragua, repressione, lacrimogeni, ma anche proiettili. Ma il popolo avanza, per ricevere il presidente legittimo Mel Zelaya che in questo momento è alla frontiera con il Nicaragua sul punto di forzare l'ingresso nel paese.
Sono momenti di estrema tensione che avvengono sotto la pioggia battente e in regime di coprifuoco imposto dalla dittatura neoliberale dalle ore 12 di oggi ed è altamente probabile che una volta passata la frontiera i militari golpisti agli ordini di Roberto Micheletti tentino di assassinare il presidente legittimo. Il Fronte di Resistenza contro il Colpo di Stato convoca alla mobilitazione generale contro il governo golpista e chiede al popolo dell'Honduras di esercitare la disobbedienza civile contro il coprifuoco perché proclamato da un governo golpista.

No hay comentarios:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...