miércoles, 24 de julio de 2019

La poverta' in Inghilterra e Venezuela


poverta-londra
Pino Arlacchi Mi sto occupando in questi giorni del problema della povertà in Venezuela, cresciuta a causa soprattutto delle feroci sanzioni americane che sono costate al paese 230 miliardi di dollari su un PIL di 150. Ma è piombato oggi sulla mia scrivania un rapporto sulla povertà in Gran Bretagna, quinta potenza del
mondo e patria del capitalismo finanziario più aggressivo d’ Europa. E’ un lavoro ben documentato, prodotto dall’Human Rights Council dell’ ONU, secondo cui 14 milioni di persone, il 21% della popolazione inglese, vivono in condizioni di povertà. Di queste, 4 milioni si trovano sotto il 50% della soglia di povertà. Ciò significa che, tra i disagi vari, hanno il problema di mangiare regolarmente

Inoltre, quasi un terzo dei bambini inglesi sono in condizioni di povertà, e nel giro dei prossimi due anni, se le politiche sociali resteranno invariate, il Regno Unito si troverà ad avere una quota dickensiana di bambini poveri: il 41%.

Già oggi, le autorità scolastiche inglesi segnalano un aumento dei bambini che arrivano a scuola affamati, e gli insegnanti organizzano raccolte di cibo da inviare alle famiglie di provenienza in modo da non farli arrivare a scuola a stomaco vuoto.

Leggevo tutto questo mentre mi informavo sulla distribuzione, ogni due settimane, di un consistente pacco alimentare al 75% della popolazione venezuelana da parte del governo, ed alle politiche sociali che forniscono quasi gratuitamente a tutta la popolazione povera tutti i servizi pubblici essenziali (sanità, istruzione, alloggio, trasporti energia, carburanti, pensioni, assistenza disabili ed altro).

Certo, la qualità di questi servizi è quella che è. Ma il Venezuela sta in America Latina e non in Scandinavia. La deprivazione della sua popolazione povera va confrontata con quella, molto superiore, dei suoi vicini colombiani e brasiliani, come risulta dai dati ONU sullo sviluppo umano. E tutto ciò nonostante quasi 5 anni di barbare sanzioni, che hanno dimezzato il PIL del paese.

Leggevo tutto questo e mi è venuta la curiosità di andare a cercare gli ultimi dati sui senza casa nel Regno Unito. Le cifre che riguardano le famiglie senza alloggio ed i barboni che dormono di qua e di là (The Guardian, 22 nov.2018. At least 320.000 homeless people in Britain).

I senzatetto inglesi sono 320mila (Italia 51mila, con popolazione quasi uguale). Sono raddoppiati negli ultimi decenni, nonostante la disoccupazione si sia ridotta ai minimi. Di questi, quasi la metà, 170mila, si aggira per Londra (Roma 14mila), capitale mondiale della finanza neoliberale.

Non mi è successo, a Caracas, di imbattermi in così tanti poveracci abbandonati per strada. Forse perché la feroce dittatura li fa scomparire, mentre il Regno di Sua Maestà li esibisce a riprova della superiorità della democrazia liberale.

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