lunes, 23 de septiembre de 2019

Venezuela insorge contro la guerra economica


Pasqualina Curcio - Vediamo da vicino le dimensioni della guerra economica in corso contro il popolo venezuelano. Sono trascorsi ormai 7 anni da quando i monopoli transnazionali e nazionali ci obbligano a fare delle lunghe file, e a correre da un posto all'altro per ottenere dei beni vitali (alimento, farmaci ed articoli di igiene). La nostra moneta, il bolivar, e' stata attaccata 29.862.393.456
%: nel 2012 il tasso di cambio era di 8,69 bolivar per dollaro USA, oggi delle pagine web tipo “DolarToday”, senza alcun fondamento economico, ma in base a puri criteri politici e guerrafondai, fissano che ci voglio fissarono 2.595.042.000 bolivar per avere 1 dolaro USA, e contribuiscono grandemente al prodursi di una incessante scalata dei prezzi dal 2013. 
 
Questa guerra senza precedenti storici, date le sue dimensioni, ha inizio nel 1999 e si e' poi intensificata nel 2013. Il popolo venezuelano non ha solo resistito, ma ha deciso di insorgere eroicamente. Si tratta di un fenomeno inspiegabile per Donald Trump e i suoi consiglieri, tanto che il loro numero uno -John Bolton- e' sato licenziato.
Noi, i venezuelani, abbiamo fatto qualcosa che gli imperialisti nordamericani non riescono a decifrare. 

Pasqualina Curcio, professoressa di Economia alla UCV e all'Universita' Simon Bolivar.Master in Public Policies (IESA) 
  Le lezioni della guerra 
 
Questa e' una lotta di classe: quel che sembrava retorica, oggi e' una realta' che si vive giorno dopo giorno. E' chiaro che ci sia lotta di classe quando -nei circuiti dei mercati privati- la relazione tra i salari, i prezzi e il profitto (Marx dixit) diventa una caricatura. L'aumento accelerato e sproporzionato dei prezzi, e' la conseguenza dell'attacco alla moneta. La logica del mercato capitalista, fa precipitare il salario reale, fino al punto in cui gli operai non riescono piu' a soddisfare i loro bisogni materiali. I dipendenti delle panetterie che ricevono 40.000 bolivar al mese, vale a dire un po' piu' di 1.000 bolivar al giorno, non possono nemmeno acquistare uno delle decine di pani che mettono al forno ogni giorno. Il prezzo di ogni pane e' di 10 000 bolivar.
 
Il mito dell'inefficienza dello Stato

Immaginate che in questi tempi di guerra, noi non avessimo un sistema nazionale di salute pubblica che assiste l'85% della popolazione, nonostante le carenze che lo caratterizzano. Immaginate che non ci fosse un piano statale di immunizzazione che garantisce le vaccinazioni al 90% della popolazione.
Proviamo a pensare che la sola opzione possibile fosse l'acquisto dei vaccini per i nostri bambini con in dollari, come richiedono i medici del settore sanitario privato. In questi tempi di guerra, dov'e' finita la famosa “efficacia” dei privati? Quante persone ricorrono alle cliniche private e a quale prezzo, e quanti sono protetti dalle assicurazioni? Chi da una risposta alla popolazione, il circuito privato o quello pubblico?

Immaginiamo che non esistessero scuole pubbliche, ne' licei o universita' che accolgono il 90% dei nostri adolescenti e giovani, e che esistessero solo scuole e universita' private -in questi tempi di guerra- a fornire l'istruzione. Proseguiamo l'esercizio dell'immaginazione, e supponiamo che il programma di alimentazione scolastica non esistesse. Immaginiamo Caracas senza metropolitana e le famiglie senza i Comitati Locali di Approvigionamento e Produzione (CLAP).



In termini di attivita' industriale e commerciale, 98,71% e 99,87% appartengono rispettivamente al settore privato. Il settore pubblico non produce farina di mais, riso, pasta, olio, margarina, carta igienica, dentifricio o farmaci; l'indutria privata li fa, soprattutto quella multinazionale, e -nel quadro di questa guerra che dura da 7 anni- si lamentano ed esigono di essere riforniti dallo Stato con valute straniere a buon mercato, come condizione per svolgere le loro funzioni di soddisfare le necessita' della popolazione.

In questo scenario, e' piu' efficace lo Stato che genera il 98% delle entrate in valuta preggiata straniera o le imprese private che esportano un infimo 2% dei loro prodotti? E' il governo che garantisce la salute e l'istruzione a piu' dell'85% della popolazione, o il circuito privato sempre in attesa di finanziamenti in valuta straniera e sottocosto?

L'occasione d'oro

Potremo vincere la guerra economica solo rafforzando l'area pubblica, collettiva, statale e comunale. E' ora di avanzare nella costruzione del socialismo bolivariano del secolo XXI.

Cadere nella trappola monetarista e decapitalizzare l'amministrazione pubblica con la giustificazione che il denaro non puo' essere emesso perche' sarebbe la causa dell'inflazione, significa sposare la strategia del nemico. In questi tempi di guerra, quando i salari evaporano grazie agli attacchi continuati contro la moneta, e' essenziale rinforzare il circuito pubblico e comunale. E' la sola garanzia per l'accesso della popolazione ai beni vitali e -cosi facendo- costruiamo il socialismo del secolo XXI. Nel 2003, di fronte a un lock-out (NdT serrata padronale) generale della lobby pétroliera, la strategia di Chávez fu quella di rafforzare il settore publico. 

 
Immaginate questa guerra senza le “missioni sociali”. Ma no, ora noi siamo organizzati! Nonostante tutti i tentativi di destabilizzare, demoralizzare e smobilitare messi in atto dall'imperialismo, il popolo venezuelano -invece- insorge dall'interno di questa guerra, in modo cosciente e organizzazto.

Sul territorio, nella comune, noi inventiamo, informiamo, comunichiamo, impariamo, noi risolviamo e ci mobilitiamo. Siamo organizzati nei Comitati Locali di Approvigionamento e Produzione (CLAP), nelle unita' di lotta Bolívar Chávez, nelle milizie, nei consigli comunali, nei consigli produttivi operai, nei comitati di salute, nelle missioni, nell'organizzazione nazionale femminile UNaMujer, ecc.
Le ferite di questa guerra sono profonde e dolorose, ma il popolo venezuelano si e' indurito e resiste insorgendo.

Fallimento del modello socialista?

I média e i leaders d'opinione della destra, dicono che la causa di quel che i venezuelani soffrono oggigiorno, sarebbe il fallimento del modello socialista. Fallimento per chi? Tra il 1980 e il 1998, nel quadro del modello capitalista neoliberista, l'econonomia e' cresciuta del 52% e l'estrema poverta' del 132%. Dal 1999 al 2015, dall'inizio della rivoluzione bolivariana, l'economia ha conosciuto una crescita del 43% e la poverta' e' scesa del 56%, nonostante l'assedio, la guerra economica e i sabotaggi con cui i venezuelani sono alle prese dal 1999. Il Venezuela resta ancora il paese meno diseguale dell'America latina.

Paqualina Curcio e' un'economista venezuelana 
traduzione SELVAS
Fonte QUI

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