l'Europa non deve sottovalutare la potenza informatica degli Stati Uniti
Adobe si appresta a isolare il Venezuela a causa delle sanzioni USA, dimostrando fino a che punto i paesi-obiettivo sono vulnerabili per la loro dipendenza dal software e dell'informatica nordamericana.
Neil Clark Tutti conosciamo il potere degli Stati Uniti. Sappiamo parecchio anche sul suo “potere dolce” (Hollywood, rock-and-roll e i Marvel comics). Ma c'e' ancheun altro modo con cui gli USA conservano un ruolo preminente negli affari mondiali. Io lo definisco potenza nel software.
Il sistema di sfruttamento del vostro computer e' probabilmente nordamericano. E' probabile che il motore di ricerca che utilizzate per trovare cose in rete, sia anch'esso USA. E' pure assai probabile che i media sociali a cui quotidianamente vi collegate siano nordamericani.
Forse e' una esagerazione, ma non siamo lontani dal dire che il “mondo dell'informatica” nel quale tutti viviamo, e che i Kraftwerk hanno cantato una quarantina d'anni fa, e' essenzialmente un mondo-USA.
E' proprio questa dipendenza dal software nordaméricani e dai prodotti dei giganti della Silicon Valley, a rendere vulnerabili quei paesi che vogliono conservare l'indipendenza nei confronti di Washington. L'ultima vittima di tutto cio' e' il Venezuela. Adobe, la societa' californiana che fornisce strumenti come Photoshop e Illustrator, ed anche il sistema di gestione dei documenti Acrobat Reader, ha reso noto che dal 28 ottobre, tutte le iscrizioni dalla Repubblica bolivariana saranno annullate, senza rimborso.
L'impresa cita il decreto del presidente Donald Trump del mese d'agosto che “fonamentalmente proibisce ogni transazione tra i paesi”.
Riuscite ad immaginare l'effetto dell'interdizione di Adobe sulle imprese in Venezuela? Un paese intero e non soltanto Nicolas Maduro e il suo governo sara' danneggiato. Noi possiamo sopravvivere senza agro-esportazione ne' i film degli USA. Ma nella nostra quotidianita' possiamo sbrogliarcela senza il software nordamericano? Ecco qualche fatto che ci mostra fino a che punto dipendiamo dalle imprese USA quando ci colleghiamo o accendiamo i nostri telefoni IP
*Microsoft Windows controlla il 77,6% del mercato mondiale dei sistemi di sfruttamento, con Apple in seconda posizione.
*All'inizio del 2018, Outlook.com di Microsoft ha dichiarato di avere 400 milioni di utenti ativi.
*A giugno 2019, Facebook registrava piu' di 2,41 miliardi di utenti mensili.
*Nel secondo trimestre del 2019, vi erano piu' di 139 milioni di utenti di Twitter.
*Google possiede il 90,46 % del mercato mondiale dei motori di ricerca e ogni giorno riceve piu' di 63 000 ricerche al secondo, vale a dire piu' di 2 billions di richerche all'anno.
Nessuno pretende che queste aziende non forniscano buoni servizi ai clienti. Spesso, pero', le critiche che sono loro rivolte (soprattutto a Facebook) sono esagerate, prive di equilibrio.
Il problema e' che il dominio del mercato dei giganti della Silicon Valley puo' essere -ed e' stato- sfruttato dal governo USA per poter realizzare i suoi obiettivi politici e geo-strategici. Quando gli USA sanzionano un paese, sanno bene fino a che punto siano dipendenti dai suoi prodotti informatici. E' un'arma supplementare e importante (molto secolo 21) che le elites hanno su quelli che resistono al decreto di Washington.
Vi e' anche la pressione politica che e' stata esercitata su quelle imprese di alta tecnologia affinche' neghino il loro servizio agli utenti dei paesi ritenuti “nemico ufficiale”. Vedete come i legislatori hanno richiesto a Facebook e Twitter di silenziare le voci dissidenti, e a prendere in considerazione l'isteria dei " robots " russi dopo le elezioni presidenziali USA del 2016.
Prima di essere accusato di “anti-americanismo”, consentitemi di di riconoscere che sarebbe probabilmente la stessa persona che dispone di una simile posizione dominante nel mercato. Il caso e' che la rivoluzione informatica abbia coinciso con l'avvento degli Stati Uniti come egemone mondiale
Gli sforzi per un cambio di regime condotto dagli USA in Venezuela sono stati approvati con entusiasmo da Guy Verhofstadt, portabandiera della UE e da altri “liberali” europei. Immaginiamo che devono essere ben soddisfatti per il ritiro dei servizi di Adobe ai clienti venezuelani.
Ma Verhofstadt e la sua squadra potrebbero ritrovarsi in serie complicazioni. Non sbagliatevi, se il potere informatico puo' essere usato impunemente contro dei paesi dell'America latina, possono anche essere usati contro dei paesi europei. Senza dubbio, quando sara' necessario: al momento opportuno.
Fine settimana scorsa,
abbiamo visto gli USA imporre tasse doganali del 25% sui vini
francesi, formaggi italiani e whisky scozzese, avvisando
inoltre che aggiungono un 10% di tasse sui “grandi aerei
civili”.
Il ministro delle finanze
francese ha detto che l'Europa era “pronta a reagire” con proprie
ritorsioni tariffarie. Se si arrivasse a una vera guerra
commerciale tra USA e UE, la potenza informatica nordamericana
gli concedera' vantaggi o obblighera' la UE a sacrificarsi?
Se gli europei fossero
intelligenti come i loro “smartphones”, si renderebbero conto che
sono vulnerabili, pertanto pianificherebbero con cognizione di causa. fonte QUI
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