“Prima provavo un sentimento di privazione, adesso mi sento libero perché lavoro la mia terra e decido io su quel che produco, lo vendo, lo scambio e guadagno con il frutto del mio sforzo. Perciò non dipendo da un salario” disse convinto il contadino Gerónimo Solorzano, della comunità Peña Larga, municipio venezuelano “Alberto Arvelo Torrealba”, nella regione di Barinas.
Geronimo Solorzano (il secondo da destra) |
Il “conuco” (appezzamento familiare) di Geronimo misura 15.000 metri quadrati (equivalenti a un ettaro e mezzo). Vi si è traferito con la famiglia tre anni e mezzo fa, per lavorare la terra con l’assistenza dell’Istituto Universitario Latinoamericano di Agroecologia “Paulo Freire” (IALA Paulo Freire). Da sette anni Geronimo lavora assieme a docenti e studenti di questo centro educativo, che in macchina è poco lontano da casa sua, nell’area dello stesso municipio. Il IALA nacque ufficialmente nell’aprile del 2008, grazie a un accordo tra il governo di Hugo Chávez e La Via Campesina. Per la formazione di studenti (proposti dai movimenti sociali) nella produzione agropecuaria con criterio agroecologico. È stato il primo degli IALA realizzati da La Via Campesina. Ora ne esistono molti altri in varie parti dell’America Latina
Geronimo, moglie e sua figlia producono riso, maiz, caraota (conosciuto anche come poroto o fagiolo), quinchoncho, topocho (un tipo di plátano), canna da zucchero, ajonjolí (sésamo), fagioli di galletta e latte di capra. Una parte della produzione è per alimentare la famiglia, un’altra la vendono e il resto fanno “trueques” (scambi senza mediazione del denaro). Bisogna anche conservare i semi.
Il 22 gennaio abbiamo visitato un contadino che ci spiegò che alunni e insegnanti del IALA Paulo Freire gli fornirono il “lumbricario” (vermi, lombrico) per la concimazione, e lo orientarono con visite settimanali, per intervenire sui parassiti e malattie delle coltivazioni. Inoltre, gli portarono piante come il caffè e il cacao.
Geronimo apprezza l’eredità del chavismo e della rivoluzione bolivariana in marcia che recuperò grandi latifondi improduttivi e li assegnò a contadini e contadine organizzati, affermando l’identità e dignità del settore contadino.
“La gente ricca manteneva uno come me sottomesso. Tu lavoravi per
loro ed avevi paura a renderti indipendente. Avevi paura e ti dicevi
che se ti licenziava, la tua famiglia oggi non avrebbe mangiato. Oggi
non ho paura, lavoro, so che devo lavorare, ho una famiglia da mantenere
e produco io stesso le cose“.
Géronimo prevede di allevare maiali, mucche e galline e la sua parcella dovrà nutrire gli animali oltre alla sua famiglia. Sua figlia Erlinda frequenta il secondo anno di Insegnamento Secondario ed ha sorpreso i partecipanti della Via Campesina per la sua conoscenza delle coltivazioni e gli usi delle piante medicinali. Ha fatto qualche lezione. “L’origano serve per i cibi. Ci sono due tipi di origano, il grande serve come curativo, devi spezzettarlo fino a tirargli fuori il liquido che contengono, lo mischi con il miele e serve contro la tosse e influenza. Quello piccolo puoi usarlo in cucina, per conservare meglio la carne. Chi non ha frigorifero, può farlo essiccare e poi usa l’origano per non far andare a male la carne“.
Una educazione popolare
La missione dello IALA Paulo Freire è quella di formare gli studenti proposti dai movimenti contadini, indigeni e afro-discendenti dell’America Latina, dei Caraibi e dell’Africa per renderli professionisti altamente qualificati nel campo della trasformazione dei metodi di produzione agricola e zootecnica in un approccio agro-ecologico, al fine di raggiungere la sovranità alimentare.
Il militante José Luis Riber Rodríguez, della Corriente Revolucionaria Bolívar y Zamora (CRBZ, che diresse la missione), dal 2017 fa parte del processo di coordinamento politico-pedagogico del IALA. Jose Luis è ingegnere in Agroecologia, laureato in questa casa di studi. Ha 25 anni, di famiglia contadina della regione Barinas, nello IALA ha responsabilità nei processi socio-produttivi e nei gruppi di formazione.
Nella nostra visita allo IALA, José Luis ci ha detto che è inserito nell’area di produzione animale: pesci, porcini e volatili. È attivo nel recupero dei volatili tradizionali per il consumo di carne e uova nello IALA. Il giovane dirigente scommette sulla bontà della formazione continua, nel processo del collettivo di formazione collettiva del CLOC-La Via Campesina (Coordinamento Latinoamericano delle Organizzazioni della Campagna) e in quel che promuove la CRBZ.
La principale forza del IALA, espressione del pensiero del “pedagogo degli oppressi” Paulo Freire, secondo José Luis, risiede nel suo contributo a generare processi formativi che puntano alla costruzione dell’essere, o “come convertire la persona in un soggetto che edifica la sua realtà. Stiamo lavorando a un soggetto che senta, pensi, ma che allo stesso tempo agisca, che abbia la capacità di dimensionamento delle cose, di comprendere ogni processo e di generare questa dinamica di autocostruzione dell’essere umano“, ha spiegato il giovane venezuelano.
Géronimo prevede di allevare maiali, mucche e galline e la sua parcella dovrà nutrire gli animali oltre alla sua famiglia. Sua figlia Erlinda frequenta il secondo anno di Insegnamento Secondario ed ha sorpreso i partecipanti della Via Campesina per la sua conoscenza delle coltivazioni e gli usi delle piante medicinali. Ha fatto qualche lezione. “L’origano serve per i cibi. Ci sono due tipi di origano, il grande serve come curativo, devi spezzettarlo fino a tirargli fuori il liquido che contengono, lo mischi con il miele e serve contro la tosse e influenza. Quello piccolo puoi usarlo in cucina, per conservare meglio la carne. Chi non ha frigorifero, può farlo essiccare e poi usa l’origano per non far andare a male la carne“.
Una educazione popolare
La missione dello IALA Paulo Freire è quella di formare gli studenti proposti dai movimenti contadini, indigeni e afro-discendenti dell’America Latina, dei Caraibi e dell’Africa per renderli professionisti altamente qualificati nel campo della trasformazione dei metodi di produzione agricola e zootecnica in un approccio agro-ecologico, al fine di raggiungere la sovranità alimentare.
Il militante José Luis Riber Rodríguez, della Corriente Revolucionaria Bolívar y Zamora (CRBZ, che diresse la missione), dal 2017 fa parte del processo di coordinamento politico-pedagogico del IALA. Jose Luis è ingegnere in Agroecologia, laureato in questa casa di studi. Ha 25 anni, di famiglia contadina della regione Barinas, nello IALA ha responsabilità nei processi socio-produttivi e nei gruppi di formazione.
Nella nostra visita allo IALA, José Luis ci ha detto che è inserito nell’area di produzione animale: pesci, porcini e volatili. È attivo nel recupero dei volatili tradizionali per il consumo di carne e uova nello IALA. Il giovane dirigente scommette sulla bontà della formazione continua, nel processo del collettivo di formazione collettiva del CLOC-La Via Campesina (Coordinamento Latinoamericano delle Organizzazioni della Campagna) e in quel che promuove la CRBZ.
La principale forza del IALA, espressione del pensiero del “pedagogo degli oppressi” Paulo Freire, secondo José Luis, risiede nel suo contributo a generare processi formativi che puntano alla costruzione dell’essere, o “come convertire la persona in un soggetto che edifica la sua realtà. Stiamo lavorando a un soggetto che senta, pensi, ma che allo stesso tempo agisca, che abbia la capacità di dimensionamento delle cose, di comprendere ogni processo e di generare questa dinamica di autocostruzione dell’essere umano“, ha spiegato il giovane venezuelano.
“Formazione dell’essere, dello stare e del convivere, però che
possa anche produrre i propri elementi, che gli permettano di creare la
base sociale e materiale, in questo processo dialogico che ha a che
vedere con la costruzione di una nuova società” ha aggiunto.
“La nostra missione negli accampamenti è quella di consolidare gli spazi agroecologici, territorializzare l’agroecologia è fondamentala per l’IALA, poiché in un processo di costruzione comunale IALA è differente dall’Università e deve vincolarsi con il pueblo. L’obiettivo principale è promuovere i processi maggiori di organizzazione, di formazione e di tutto ciò che ha nessi con la produzione di alimenti agroecologici”.
“Andiamo un giorno alla settimana per generare questi vincoli, questa formazione pianificata, assieme a un metodo di ricerca partecipativa, da contadino a contadino.” Questo permette di socializzare, creare articolazioni e una pianificazione del lavoro in comune, per raggiungere quel che tutti stiamo cercando: la sovranità alimentare” concluse José Luis.
“La nostra missione negli accampamenti è quella di consolidare gli spazi agroecologici, territorializzare l’agroecologia è fondamentala per l’IALA, poiché in un processo di costruzione comunale IALA è differente dall’Università e deve vincolarsi con il pueblo. L’obiettivo principale è promuovere i processi maggiori di organizzazione, di formazione e di tutto ciò che ha nessi con la produzione di alimenti agroecologici”.
“Andiamo un giorno alla settimana per generare questi vincoli, questa formazione pianificata, assieme a un metodo di ricerca partecipativa, da contadino a contadino.” Questo permette di socializzare, creare articolazioni e una pianificazione del lavoro in comune, per raggiungere quel che tutti stiamo cercando: la sovranità alimentare” concluse José Luis.
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