sábado, 28 de marzo de 2020

SPAZZATURA RICICLATA dagli USA, NON AVRA' NESSUN EFFETTO CONTRO MADURO



COCAINA CONSUMATA negli USA:
90% proviene dalla Colombia, il 6% dal Peru


Pino Arlacchi *  La notizia dell’ incriminazione del Presidente Maduro e di membri del suo governo per traffico di droga mi ha lasciato senza parole. Osservando la persecuzione contro il Venezuela ne ho viste tante, ma sinceramente non pensavo che l’ associazione per delinquere al potere negli Stati Uniti si spingesse fino a questo punto.
Dopo aver fatto una rapina da 5 miliardi di dollari delle risorse finanziarie del Venezuela depositate nelle banche di 15 paesi. Dopo aver messo in atto un blocco dell’intera economia del paese tramite sanzioni atroci, rivolte a colpire la popolazione civile per spingerla a ribellarsi (senza successo) contro il suo governo. E dopo un paio di falliti tentativi di colpo di stato, ecco la mossa finale, la calunnia più infamante.

Il colpo è talmente fuori misura che non penso abbia conseguenze di rilievo. Né le Nazioni Unite, né l’ Unione europea, né la maggioranza degli Stati del pianeta che lo scorso settembre hanno votato a favore dell’ attuale esecutivo del Venezuela e del suo Presidente durante l’ Assemblea generale dell’ ONU, daranno il minimo peso a questo episodio di guerra asimmetrica.

Non succederà nulla perché non esiste la minima prova a sostegno della calunnia secondo cui il Venezuela ha inondato gli Stati Uniti di cocaina negli ultimi anni.


Sono rimasto interdetto anche perché mi occupo di anti-droga da una quarantina di anni, e non ho mai incontrato il Venezuela lungo la mia strada. Prima, durante e dopo il mio incarico di Direttore esecutivo dell’ UNODC (1997-2002), il programma antidroga dell’ ONU, non ho mai avuto occasione di visitare quella nazione perché il Venezuela è sempre stato al di fuori dei maggiori circuiti del traffico di cocaina tra la Colombia, il principale paese, produttore, e gli USA, il principale consumatore.


Non esiste se non nella fantasia malata di Trump e soci alcuna corrente di commercio illegale di narcotici tra Venezuela e Stati Uniti. Basta consultare le due fonti più importanti sul tema, l’ ultimo rapporto UNODC sulle droghe (1), e l’ ultimo documento della DEA, la polizia antidroga americana, datato Dicembre 2019 (2).

Secondo quest’ultimo, il 90% della cocaina introdotta negli USA proviene dalla Colombia, il 6% dal Peru e il resto da origini sconosciute. Potete stare sicuri che se in quel 4% rimanente ci fosse stato anche il profumo del Venezuela, esso non sarebbe passato inosservato. Ma è il rapporto ONU che fornisce il quadro più dettagliato, menzionando il Messico, il Guatemala e l’ Ecuador come le sedi di transito della droga verso gli Stati Uniti. E l’ assessment della DEA cita i celebri narcos messicani come i maggiori fornitori del mercato USA.

Non c’è traccia di Venezuela in alcuna pagina dei due documenti. Ed in nessun altro materiale delle agenzie anticrimine USA degli ultimi 15 anni (conosco un po’ l’ argomento) si fa menzione di fatti che possano anche indirettamente ricondurre alle accuse lanciate contro il legittimo Presidente del Venezuela e contro il suo governo.

Si tratta quindi di spazzatura esclusivamente politica, che credo verrà trattata come tale al di fuori del sistema politico-mediatico degli Stati Uniti.


* Pino Arlacchi, e' stato Direttore esecutivo dell’ UNODC (1997-2002), il programma antidroga che fa capo aell’ ONU,

FONTE: QUI

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