Dopo la seconda guerra mondiale, le élite al potere negli Stati Uniti stimarono che “la più grande potenza del mondo” richiedeva servizi segreti in linea con la sua futura influenza internazionale. Gli Stati Uniti, come correttamente previsto dai circoli del potere, sarebbero usciti dalla guerra come il grande potere egemonico del pianeta.
Per creare il necessario fronte ideologico atto a dominare il mondo, Allen W. Dulles, direttore della CIA tra il 1953 e il 1961, concepì la cultura come palcoscenico per una guerra psicologica a lungo termine all’interno del vecchio continente, completamente distrutto dopo la guerra, dirigendo quella che è stata chiamata come l’operazione “Okopera”.
Il primo compito della CIA fu di standardizzare e diffondere in tutta Europa la cultura e lo stile di vita nordamericano demolendo allo stesso tempo la simpatia per l’ideale socialista. Costruire un consenso sui vantaggi del “sogno americano” in Europa e sconfiggere il socialismo nel campo delle idee doveva essere la priorità dei servizi speciali statunitensi.
“Dobbiamo riuscire ad ottenere”, ha detto Angleton, “che la maggior parte dei giovani europei dell’est sognino le cucine americane, le auto, i grattacieli, i cibi in scatola, la musica pop, Mickey Mouse, le calze di nylon, le sigarette, le lavatrici, i supermarket, la Coca-Cola, le giacche di pelle e i cosmetici “.
Durante il culmine della Guerra Fredda, il governo degli Stati Uniti investì enormi risorse in un programma segreto di propaganda culturale nell’Europa occidentale. Una caratteristica fondamentale di questo programma era che non era nota la sua esistenza. È stato realizzato con grande segretezza dall’organizzazione di intelligence degli Stati Uniti, la CIA. L’apice di questa campagna segreta fu il Congresso per la Libertà Culturale, organizzato dall’agente della CIA Michael Josselson, tra il 1950 e il 1967. I cui risultati furono notevoli. ”
Il CLC ha uffici in trentacinque paesi, può contare con del personale assunto a tempo indeterminato, dirige un proprio servizio di informazione, organizza eventi internazionali e conferenze di alto livello cui hanno partecipato intellettuali di grande prestigio.
Nella battaglia simbolica tra I due sistemi che caratterizzarono gli anni ’60, ’70 e ’80, una visione idealizzata della vita culturale all’interno del capitalismo ha segnato l’immaginazione di molti, specialmente dei più giovani.
L’inerzia, l’immobilità, la mediocrità, l’ignoranza, la mancanza di informazione, il centralismo eccessivo e autoritario, la mancanza di creatività, la mancanza di comunicazione con le masse e soprattutto con i desideri delle nuove generazioni, pesavano sulle risposte culturali del socialismo dell’Europa orientale di fronte a queste sfide e finirono per preparare le condizioni per la sua sconfitta.
La profonda rivoluzione tecnologica della fine del XX secolo approfondì e complicò la sfida in un mondo che già sta affrontando, non solo la lotta tra due concezioni dell’esistenza, ma la sua stessa distruzione: l’estinzione dell’essere umano.
Oggi i continui progressi delle tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni rendono le menti degli uomini il campo di battaglia finale, l’ultima posizione da conquistare.
Il potere del capitale oggi ha una grande esperienza, il dominio dell’industria culturale, dei media e dell’informazione e la sconfitta fisica e simbolica del socialismo dell’Est Europa, erroneamente definito Socialismo Reale, danno loro un grande vantaggio, ma quel potere ha un temibile nemico: il progetto socialista cubano, un progetto culturale convalidato da oltre sessanta anni di esistenza, e che ha anche, per sua stessa autenticità, la virtù di nutrirsi delle controculture che genera. La sua esemplificazione favorisce l’emergere di progetti simili e autonomi in altre parti del mondo.
Fonte SakeriItalia.
Traduzione in italiano a cura di Claudia Proietti, curatrice del libro
Un ringraziamento particolare a Marco Papacci, segretario del Circolo di Roma e vicepresidente Ass.ne Naz.le di Amicizia ItaliaCuba