viernes, 19 de julio de 2019

Portorico si ribella al "governo" coloniale (rap)

Portorico in rivolta, riversato su tutte le strade clamando l'allontanamento del Governatore dell'isola che èe stata incorporata agli USA con la formula ambigua di "libero Stato associato". Non libero, tantomeno associato visto che gli abitanti di Portorico non hanno diritto di partecipre alle elezioni presidenziali USA. Portorico scarica una rabbia storica, accumulata con il tempo, e resa insopportabile dopo i disastri lasciati dai tifoni che qualche anno fa distrussero praticamente tutto. L'INTERA RETE ELETTRICA E TUTTO IL SISTEMA DI COMUNICAZIONE TERRESTRE sono ancora al suolo, ridotti a macerie e detriti. Washington disse a chiare lettere che la ricostruzione era un sogno impossibile, da scordare. Soprattutto da indebitati come loro, e Trump lo ribadi' durante una visita-lampo sull'isola e -a scando di dubbi- distribui' dei rotoli di carta igienica (sic). Null'altro. Portorico vuol liberarsi di una lasse dirigente troppo corrotta e sottomessa a Washington, che li tratta come funzionari coloniali. "Lanciar pietre contro il Venezuela èe OK, farlo a Portorico è delitto" gridano i musicisti come Residente ai colleghi artisti latino-americani muti sulla protesta in corso, ma prolissi e loquaci quando assecondano ogni colpo basso contro il Venezuela, pur ingraziarsi l'establishment a stelle strisciate.

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