jueves, 10 de octubre de 2019
ECUADOR: RIBELLIONE ANTI-FMI, CON SCIOPERO GENERALE
Giovedi 8 ottobre, Bilancio:
7 assassinat dalla polizia, tra cui 1 neonato
95 feriti gravii
500 feriti lievi
87 "desaparecidos",tra cui 47 minorenni
9 organi di informazione CHIUSI
In Ecuador la parola e' passata ai movimenti sociali, agli agricoltori, ai sindacati e ai settori popolari urbani e agli studenti.All'unisono sorge dal basso un ruggito che dice un definitivo NO al colpo di mano definitivo del FMI che
erroneamente credeva di poter assestare un colpo di maglio e prendersi -annettersi- tutta la sua economia.
Ma l'ultima ciambella di Cristine Lagarde -prima di essere riciclata come amministratrice plenipotenziaria dell'Unione Europea- non e' riuscita con il buco.
Secondo il FMI la benzina di un paese che estrae petrolio dovrebbe costare come a Parigi o Londra, altrimenti si tratta di "leso globalismo" o attentato proditorio ai dogmi liberisti. Poco importa che i prezzi raddoppino, che si uccide la previdenza sociale e la copertura sanitaria della maggioranza degli ecuadoriani.
Questi, pero', hanno avuto la lucidita' e la forza sociale di reagire, paralizzando la rete stradale del paese e passando allo sciopero generale prolungato, mentre in 50mila si concentrano sulla capitale Quito. ono arrivati nel centro della citta', riuscendo a penetrare all'interno della sede del Parlamento.
Il presidente Lenin Moreno e' fuggito a Guayaquil, la citta portuaria dove il potere dell'oligarchia e' -per ora- in grado di garantirgli protezione ed 'agibilita' politica. Lenin Moreno -quello che ha consegnato Julian Assange all'Inghilterra- e' da utti definito "il traditore", perche' e' stato eletto nel partito anti-liberista di Correa, con i voti dei settori sociali piu' vulnerabili. Proprio quelli che oggi "il traditore" sacrifica per la sudditanza cieca all'oligarchia nazionale e al potere finanziario esterno.
C'e' rabbia in Ecuador, rabbia contro un "cavallo di Troia" del FMI, pilotato fino ai vertici della nazione sudamericana, ma ha osato troppo e con troppo cinismo. Deve ricordarsi che il movimento popolare ha buttato giu' tre presidenti una ventina di anni fa, costringendoli alla fuga. L'attuale e' scappato a Guayaquil, cioe' e' stato affndato a meta'. Ha ordinato il coprifuoco in ore notturne, chiuso giornali e siti di informazione elettronica, imprigionando centinaia di dimostranti.
Siamo all'inizio di una svolta, a poco serve a Lenin Moreno scaricare la responsabilita' sull'ex presidente Correa, o denunciare Nicolas Maduro come autore di un "golpe" contro di lui. Pochi gli credono, i fatti lo smentiscono, trattandosi di un chiaro Stop al FMI. Il governo del Messico ha ricordato che vanno rispettati i diritti d'opinione, di manifestare, e specifica che i diritti umani devono essere rispettati dalle autorita'.
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