BOLIVIA: GOLPE ANDATO A SEGNO – SALVARE la VITA del PRESIDENTE EVO – IMPEDIRE la GUERRA CIVILE
Tito
Pulsinelli - Un golpe ha messo fine alla presidenza del primo
cittadino indigeno nella storia della Bolivia e di un governo di
inclusione sociale che faceva crescere l'economia al ritmo del 4%
annuale, secondo il Banco Mondiale. Dopo il recente trionfo
elettorale, la reazione dell'oligarchia e dell'imperialismo e' stata
feroce. Lo schianto dell'elicottero da cui usci' indenne il presidente
Evo, aveva indotto Noam Chomsky a lanciare un SOS: vogliono la testa
di Evo
Morales o il golpe, Andato a segno grazie alla complicita'
interna al settore militare, e l'aperto attivismo sicariale della
Polizia.
Sono
state incendiate le case dei familiari del presidente e dei suoi
ministri, imprigionati i membri del Tribunale Elettorale, sequestrati
molti sindaci ed autorita' locali, rapati, e poi legati con funi ai
pali della luce. I dirigenti, sindacalisti e attivisti femminili sono
stati oltraggiati, rapati, imbrattati di vernice rossa e poi esposti
al ludibrio delle bande armate golpiste. Sono poi state messe a sacco
sedi istiuzionali, quelle politiche, e presi come obiettivo i
domicili dei dirigenti sociali, e quelle dei loro cari.
Di
fronte a questa sequenza di violenze ignorate dalle forze poliziesche
e militari, per impedire l'innesco di una guerra civile fratricida,
Evo Morales autorizzo' la ripetizione delle elezioni. I golpisti
alzarono le posta: deve dimettersi. Ottenute le dimissioni di Evo,
pretesero anche le dimissioni del governo; fino al tentativo di
imprigionarlo per mano poliziesca. Rigettarono l'offerta del Messico
ad accogliere Evo come rifugiato politico, assieme ai 20 ministri che
si trovano ora nell'ambasciata di La Paz.
“Pago per essere
dirigente sindacale, indigeno e antimperialista” ha detto Evo,
dimostrando che e' tuttaltro che un aspirante ad eternizzarsi nel
potere, e che sopra ogni cosa mette la vita dei boliviani. Dimostra
pure chi vuole fomentare la guerra civile, e chi vuole evitarla ad
ogni costo. “Siamo pronti al lungo cammino della resistenza, il
campo popolare ri-otterra' il governo” dice un comunicato del
partito di maggioranza MAS (movimento al socialismo) all'elite con
vocazione genocida e fobia razzista anti-”indio”.
Il leader politico
golpista Fernando Camacho e' un ricchissimo ereditiero latifondista
della zona tropicale di Santa Cruz, intimo amico del famigerato
Bolsonaro. Camacho non ha mai nascosto che Evo Morales era un
obiettivo militare da distruggere. Si ispira agli evangelici
“pentecostali” che tanta parte hanno avuto nell'ascesa di
Bolsonaro in Brasile.
L'oltranzista Camacho
convoco' sacerdoti ed autorita' cattoliche, a cui notifico' che lui era
un nuovo profeta, che incarna lo spirito del bene, e con la forza sufficiente di
debellare lo spirito del male. Questo non e' altri che il presidente
legittimo Evo, il suo governo e il suo partito.
Il fattore religioso,
nella nuova versione “profetico”-politica, sta diventando
pericoloso nelle Americhe. E' un'arma concettuale temibile anche per
il Vaticano e il papato argentino di Bergoglio, detto Francesco. Non va dimenticato il ruolo del
simbolo della croce nella colonizzazione dell'America latina. La
memoria psichica degli indigeni li rende vulnerabili agli
avventurieri che ora cucinano un neoliberismo radicale in salsa
“profetica”.
In America latina,
non basta vincere elezioni, non bastano i risultati lusinghieri
ottenuti nell'economia, non basta il consenso della maggioranza
esclusa. Senza l'appoggio -sia pur parziale- del potere militare, non
e' possibile nessun cambiamento, anche rispettando la legalita' e le
consuetudini della “democrazia”. I voti, senza il sostegno attivo e permanente dei movimenti sociali, poco possono fare contro i diktat
del potere de facto locale, e del racket finanziario occidentale. La Bolivia
non e' il Venezuela, e non va dimenticato che il dottore argentino Ernesto Guevara -detto il Che- prigioniero disarmato, venne assassinato da un ufficiale
dell'esercito boliviano.
Il litio,
il gas e la potenza idroeletrica del paese Andino, passano sotto il
controllo delle multinazionali degli Stati Uniti. Per ora. La
resistenza popolare ha una tradizione secolare, ed e' quella che
permise agli indigeni di sopravvivere alla colonizzazione
genocidiaria occidentale, imposta senza limiti dalla corona di
Spagna.
Tutti quelli che stanno brindando alle gesta golpiste
farebbero bene a ricordarsene e frenare il trionfalismo
spezzante del suprematismo bianco. L'oscurantismo radicalizzera' la
lotta di classe, e la chiusura della via elettorale al popolo e'
foriera di gravi disordini, riportando l'orologio agli anni 70 e alla
“governance” stile Pinochet.
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