S&P: 2 pesi e 2 misure - Teneri con gli Usa -primatista mondiale del debito- drastici con l'Europa
byebyeunclesam
“In una recente intervista al Sole 24 Ore, il presidente di S&P, Deven Sharma, ha così risposto al giornalista italiano che gli faceva notare come S&P fosse molto dura con i Paesi europei, ma decisamente più tenera con gli Stati Uniti, avendo solo indicato prospettive negative nel rating USA, ma continuando a mantenere per esso la tripla A, nonostante il super-debito e il super-deficit
americano: “Gli Stati Uniti hanno un’economia flessibile e reattiva. Per di più sono avvantaggiati dal fatto che il dollaro è valuta di riserva mondiale (NdR, per quanto tempo ancora?). Il rating massimo, di tripla A, è adeguato. Il problema è solo prospettico, per questo abbiamo messo un outlook negativo al loro rating”.
Sarà, ma nel 2016 il debito pubblico statunitense, secondo il FMI, toccherà il 112% del PIL mentre quello italiano scenderà al 118%, vale a dire che i due debiti saranno quasi uguali, con la differenza però che le famiglie italiane hanno solo 1/3 dei debiti delle famiglie americane. E’ vero, poi, che l’economia USA è così reattiva? In realtà, dopo lo scoppio della bolla lo è stata esclusivamente grazie a imponenti incentivi pubblici e alla generosa stampa di dollari da parte della FED. Insomma: l’impressione è che le agenzie di rating guardino un po’ troppo alla pagliuzza nell’occhio dell’Europa e molto poco alla trave che c’è nell’occhio dell’America.”
Da Agenzie di rating: vizi privati e danni pubblici, di Marco Fortis. (qui)
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