martes, 11 de marzo de 2008

La vendetta della Patagonia

La Patagonia ha visto scorrere sulle proprie aride distese, tra i cespugli di mata negra e gli infiniti recinti, il sangue innocente di numerose generazioni di rivoluzionari, di sognatori, di anarchici e di indios. il vento ha portato via il ricordo dei nomi delle donne e degli uomini caduti nel mondo alla fine del mondo e la giustizia ha contribuito a cancellare ogni traccia di un passato di cui vergognarsi.

Se la mattanza degli antichi popoli indigeni e le stragi degli anni '20 sono state macchiate dall'onta dell'impunità, il massacro di Trelew, di cui diffusamente ci siamo occupati precedentemente, si sta trasformando in un pericoloso precedente per i criminali che nelle lande del sud più estremo hanno saziato la loro sete di sangue e violenza.

Finora alla morte si è risposto con la morte, con la vendetta, con le bombe. quei tempi sono finiti, hanno finalmente lasciato il passo alla giustizia, alla democrazia, e se all'inizio del secolo scorso Kurt Wilckens era el Vengador dei morti di Santa Cruz, all'inizio di questo secolo il giudice Hugo Sastre sta permettendo ai sedici ragazzi uccisi nella caserma Almirante Zar di riacquistare la dignità di una vita barbaramente strappatagli.

Il giudice ha ottenuto la carcerazione preventiva degli ex ufficiali dell'armata Luis Emilio Sosa, Emilio Jorge Del Real, Carlos Amadeo Marandino, Rubén Norberto Paccagnini e Horacio Alberto Mayorga perchè, come si legge su Pagina/12, "sono i probabili autori materiali e penalmente responsabili del delitto di privazione illegittima della libertà e di omicidio premeditato".
La Patagonia si sta vendicando del sangue che ha sentito scorrere sulla sua faccia, schiaffeggiandola.

www.nuovamerica.blogspot.com

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