miércoles, 1 de julio de 2020

VENEZUELA DICE ADIOS ALL'EUROPA COLONIALE

Euroclear-logo-RED.jpg Il Venezuela ha deciso di mettere la parola fine alla presenza diplomatica della Commissione Europea, invitando il capo-delegazione a tornare a Bruxelles. Presenza impertinente e ingombrante, dato che ciascun Paese europeo -repubblicano
 e/o monarchico- dispone di proprie ambasciate e consolati. Interferenze "pressioni" risalgono sino ai tempi di Chavez, quando le ex-potenze coloniali  europee rimproveravano leader sudamericano che vinceva troppe elezioni quindi -stringi stringi- non potevano che essere elezioni truccate.

Quanto duro' in Germania il potere nelle mani di Kohl Helmut? E quello  tuttavia vigente della Merkel Angela? Perche' quel che e' "democratico" a Berlino e' "dittatoriale" a Caracas? E in Spagna -indimenticata ex-potenza coloniale- come classificare il "socialista" Felipe Gonzalez, rimasto ininterrottamente Presidente del Governo dal 2 dicembre 1982 al 5 maggio 1996? 

L'ipocrisia dei due pesi e delle sue misure ha effettuato un'altra piroetta. e a Bruxelles oggi fanno ricorso ad altro espediente per misurare il "tasso democratico" di intollerabilita'. Per giustificare il fallimento di 25 anni di propaganda smaccata,ora  tiran fuori dal cappello dei prestigiatori la formula "democrazia illiberale"!

Che significa? L'Europa in cui sono ammassate repubbliche e granducati, monarchie repubblicane e paradisi fiscali con repubbliche monarchiche, e' incapace di percepire le differenze tra democrazia formale e partecipativa. Sarebbe una ideologia defunta del Novecento -estinta assieme alle altre- a fornire dei connotati passsabili: o sei "liberale" -vale a dire ordoliberismo economico e centralizzazione decisionale- oppure sei un paese-paria qualsiasi.

Il governo bolivariano di Caracas forza l'UE ad assumersi il costo politico del suo fiancheggiamento sistematico -senza se e senza ma- al boicottaggio commerciale, finanziario, economico degli Stati Uniti. Mutismo assoluto -tipo omerta'- sul blocco navale nei Caraibi. Fa proprie, in tal modo, tutte le truculenze che per Washington sono permanente dottrina di Stato (non volubili idiosincrasie presidenzisli). Clinton, Bush, Obama e Trump hanno tentato di piegare ai loro diktat,  vale a dire all'alleanza con le oligarchie latino-americane e con la destra golpista e programmaticamente suprematista.

In questa nuova fase di ridefinizione globale, c'e' urgenza di decisioni riguardanti gli approvvigionamenti, mercati, tecnologie, materie prime e finanze. Cina, Russia e Iran l'hanno gia' fatto e si insediano per la prima volta -con successo- nell'America non-anglossasone. L'occhio, privo di profondita' prospettica, e' pigro e senza audacia. Poco piu' di un feto geopolitico, ma cellulitico in quel che attiene a "macro-indicatori economici" made in Maastricht.

Non e' piu' possibile, pero', differenziarsi soltanto con un gergo diplomatichese piu' forbito, all'apparenza meno cafone. La banca Euroclear di Bruxelles trattiene illegalmente fondi e capitali appartenenti alla Repubblica Bolivariana del Venezuela, riconosciuta delle Nazioni Unite. L'UE ha la lingua biforcuta: parla bene e razzola male, ed agisce come Donald Trump, vale a dire violando la legalita' internazionale. L'UE si presta -in tempi di Corona virus- a sequestrare fondi altrui, grazie all'unilaterale politica di un Paese che si crede "indispensabile", o in possesso di una app diretta con dio.

Il ministro degli esteri venezuelano Arreaza ha detto che varie "reminiscenze coloniali" spingono un gruppetto di paesi europei verso condotte provocatorie e di rottura. Ha senso ritenere che per l'UE gli interessi di medio termine siano identici a quelli atlantisti degli USA?

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