lunes, 15 de septiembre de 2008

Bolivia: Vicolo cieco separatista

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Tito Pulsinelli

La violenza genocida del latifondismo separatista dei prefetti boliviani, trasuda l’arrogante totalitarismo di chi è abituato da cinque secoli a trasformare i propri desideri in realtà. A imporli con la forza. E’ il delirio di chi crede che i propri interessi -quando si coniugano con quelli degli Stati Uniti- possono essere imposti contro venti, maree e il 70% della popolazione. Questa dogmatica è ormai fuori del tempo presente.

Nelle loro azioni, non vi è nessuna traccia di lungimiranza politica, tantomeno intelligenza strategica.

Ammesso –e non concesso- che i separatisti riuscissero a strappare il controllo dei giacimenti di gas, a chi lo venderebbero? Brasile ed Argentina, che sono i due compratori esclusivi, hanno detto chiaro e forte che stanno dalla parte dell’unità della Bolivia e contro i colpi di Stato.

Allo stato attuale, agli Stati Uniti è impossibile ricevere il gas boliviano, visto che le uniche condutture vanno verso l’Argentina e il Brasile. Buenos Aires e Brasilia guardano lontano, e sono molto più interessate al rafforzamento del Mercosur e del blocco sudamericano dell’UNASUR. Non si lasciano abbagliare dall’immediatismo di un idrocarburo meno caro, se il prezzo reale da pagare è la destabilizzazione regionale o il consolidamento di una elite scurantista che invoca l’intervento militare imperiale.

Con l’arrivo di Lugo alla presidenza del Paraguay, la “mezzaluna” separitista è come una isola circondata da Paesi politicamente e socialmente antitetici al feudalismo dei prefetti. Come faranno ad avviare ai mercati i prodotti agricoli dei loro latifondi? Sono vulnerabili, perchè i blocchi stradali degli odiati indigeni possono sbarrare l’accesso verso la Bolivia.
Poi c’è la vulnerabilità con l’Argentina, Brasile e Paraguay che potrebbero chiudere -o socchiudere- la porta all’agro-esportazione dei latifondisti “lunatici”.

Costoro sono alla vigilia dei grandi raccolti, hanno sottovalutato gravemente la forza dell’avversario, e vanno incontro a grandi perdite economiche. Questo aumenta il loro estremismo, irrazionalità e l' isolamento internazionale, esponendoli a sanzioni che le difficoltà eonomiche degli Stati Uniti -in pieno interregno presidenziale- non sono in grado di compensare o bilanciare. Il prolungamento del conflitto lo eleverà sempre più al rango di problema di intereresse regionale, e questo è letale per il separatismo, che deve ora lottare contro il fattore tempo e la forza centripeta del blocco sudamericano.

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