L’anniversario numero quaranta della Libia moderna, quella che mandando in archivio la monarchia di Idris, recide completamente tutti i legami con il suo passato coloniale e neocoloniale, ha provocato molto frastuono mediatico nella vecchia Europa e negli Stati Uniti.
Il “mondo occidentale” ha dovuto prendere atto a malincuore che i tempi sono cambiati, e che quattro decenni di attacchi non ortodossi e colpi bassi, non hanno potuto impedire che i libici fossero i primi beneficiari dei loro idrocarburi. E che, ristabilita la piena sovranità su di essi e deciso le direttrici del loro sviluppo, hanno edificato un Paese con rapporti sociali e caratteristiche endogene originali. Se alla testa della Libia deve stare Gheddafi o qualcun altro, è cosa che compete esclusivamente alla nazione libica.
Gli “occidentali” hanno dovuto prendere atto della loro dipendenza energetica, e che per garantirsi approvigionamento e diversificazione delle fonti devono metter da parte l’ipocrisia e l’alterigia. Il ballo in maschera inscenato nelle capitali europee è davvero un esempio di involontaria pedagogia. Si è trattato di un teatrino ad uso e consumo politico interno, per preparare le ingannate “opinioni pubbliche” locali ad un nuovo scenario.
Gli sprezzanti politici di Londra fingono di titare i pomodori alle autorità scozzesi che hanno opportunamente graziato un cittadino libico condannato per l’abbattimento di un aereo passeggeri nordamericano. Ha un cancro alla prostata nella sua fase terminale. Ma non l’hanno fatto gratis. Erano già stati pagati considerevoli risarcimenti ai familiari delle vittime; e c'e' contratto di 15 miliardi di dollari per la British Petroleum (BP) per sfruttare un giacimento libico.
A Londra si tace e non si scrive sul busisness della BP con la Libia, per continuare a giocare a chi si indigna di più e a chi “condanna il terrorismo” con più veemenza. Dall’altra sponda dell’Atlantico gli reggono il bordone e giocano al rialzo nella borsa dell’ipocrisia “antiterrorista”. Proprio quelli che bombardarono una sede istituzionale di Tripoli, provocando numerose vittime civili!
Reagan apparve in TV per rivendicare ufficialmente l’evento…quando non sapeva che avevano fallito l’obiettivo principale: Gheddafi sopravvisse, una sua figlia morì.
La coppia Londra-Washington, senza riprender fiato in questa danza che perdura da vari mesi, all’unisono punta le batterie mediatiche contro l’Italia, rea di aver avviato una politica che punta a soddisfare il suo fabbisogno energetico. Il “partito anglosassone” interno ripete a vanvera il canovaccio, senza tener in alcun conto che il gas e il petrolio in Europa non c’e’. In Italia ancor meno! Ce l’ha la Libia, Algeria, Iran, Russia, cioè delle nazioni con un “format” politico non a DOC, dissimile dagli standard da loro preferiti.
Sarà un caso, ma tutti i Paesi che sono potenze energetiche mondiali sono puntualmente satanizzati dall'asse Londra-Washington, salvo la monarchia fondamentalista dell'Arabia saudita e quelle più "light" degli Emirati. Ed è anche un caso che il loro petrolio finisce esclusivamente negli Stati Uniti.
“L’Italia deve autonomizzarsi e diversificare i suoi rifornimenti energetici…” avevano ingiunto tassativamente gli Stati Uniti quando la Turchia e la Russia sottoscrissero l’accordo per il gasodotto verso l’Europa. Forse gli USA dispongono di gas e ne offrono all’Italia? No, semplicemente vogliono imporre la loro soluzione sulle "condutture".
“Nabucco” è la via più lunga, tortuosa e insicura, che non libera l’Europa dai ricatti dell’Ucraina e dei micro-Stati del Caucaso.
Inoltre, se è alimentato solo dai giacimenti del Caspio –senza quelli iraniani e indispensabili investimenti faraonici per ricostruire gli impianti in Iraq- “Nabucco” è un rubinetto con un getto minimo e intermittente.
La Germania ha da tempo concluso un accordo con la Russia per un gasodotto che passa sotto il mar Baltico e taglia fuori persino la riottosa Polonia. Il “partito anglosassone”, inceve, si lascia impressionare dall’abbaglio che vede alla presidenza del “Nabucco” l’ex ministro degli esteri tedesco ed ex Verde Joschka Fischer.
A Tripoli hanno sfilato reparti militari, diplomatici e politici dei due mondi perchè la Libia ha un ruolo preciso nel nuovo concerto multipolare. Il mondo ha bisogno della Libia, questa ha bisogno del mondo multipolare e può oggi inserirsi a pieno titolo nella economia post-globalizzazione.
Le polemiche sul colore delle scie rilasciate dagli aerei militari italiani sono una versione moderna della caccia grossa alle farfalle. L'essenziale sta altrove.
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