Sono rimasti solo la Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Italia, Giordania, Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Turchia e Egitto
Due anni fa, gli “Amici della Siria” erano più di 120 paesi e varie organizzazioni internazionali. Oggi, il loro
numero è sceso a 11 paesi! Questa diserzione è dovuta al fatto che è cambiato l'ordine
del giorno delle riunioni. In passato discutevano di questioni umanitarie e politiche. Attualmente,
a Doha devono deliberare sulle esigenze militari dei “ribelli siriani”. In pratica, se dare missili o quale altro tipo di armamento ai terroristi stranieri trapiantato in Siria.
Per questo
è svanita l'unanimità degli Stati occidentali che sono stati sempre in prima linea nella
battaglia contro il governo scelto dai cittadini siriani
Il primo ministro britannico,
David Cameron è alle prese con una fronda trasversale che si oppone ad armare bande di irregolari, tra cui spicca il sindaco di Londra Boris Johnson. La Germania è ostile a
consegnare armi ai “ribelli”, per timore che cadano nelle mani degli
estremisti.
Questo, però, non impedirà ai
ministri degli affari esteri di la
Francia , il Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Italia,
Giordania, Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi Uniti, la Turchia e Egitto di
trovare la maniera di salvare dalla disfatta totale i “ribelli”, messi all’angolo
dall’offensiva dei soldati di Damasco.
L’obiettivo dei superstiti 11”Paesi
amici” non è un’impossibile inversione del corso del conflitto, ormai fuori
controllo, ma recuperare parzialmente terreno per evitare che Assad liberi la
città di Aleppo. Insomma, scatenare un’offensiva dalla Giordania con intervento
aereo degli USA, ed arrivare così alle trattative in condizioni meno disperate.
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