UE gioca sporco
La gran maggioranza della popolazione che in questo momento è sulle piazze dell'Ucraina per invocare -anche con la violenza- l'entrata ad ogni costo nell'Unione Europea (UE) sicuramente non ha letto il documento che il presidente Yanukovich si è rifiutato di firmare (qui) L'UE che ha dato il via libera alla nuova rivoluzione colorata, si è ben guardata dallo spiegare alle genti d'Ucraina che la Romania, Repubblica Ceca,
Islanda e Portogallo attualmente rifiutano con forza le politiche dell'UE, sia con scioperi che con decisioni dei rispettivi governi (qui). "500 milioni di ricchi consumatori -sogno di ogni impresario- possono diventare una realtà per l'Ucraina, dal prossimo novembre..." fanfaronava la rivista ucrainiana Focus.
In realtà, l 'UE è a un passo dal precipizio, vicina all'implosione della sua moneta. Sempre più rifiutata dai cittadini sud-europei impoveriti, con meno reddito, più tasse, meno consumi e più disoccupati.
L'UE non ha esitato ad alimentare oltre ogni limite lecito le illusioni, sapendo che i "sogni europei" dei manifestanti hanno un'essenza solo mediatica, ed è disposta a mettere in pericolo l'unione del popolo d'Ucraina e l'integrità territoriale della loro nazione. Allo stesso modo, per compiacere gli Stati Uniti -o dispiegare ostilià e conflitto contro la Russia- appoggiarono la guerra civile in Siria, fino al punto di rifornire d'armi gruppi chiaramente terroristi e anti-cristiani.
L'UE gioca sporco, non può garantire che i sogni a occhi aperti dei rivoltosi filo-occidentali si trasformino in incubo. Può offrire solo molto fumo contro l'arrosto concreto degli idrocarburi e dell'interscambio reale con la Russia. A dieci anni dalle nozze liberiste con l'Europa, il livello di vita in Lettonia ed Estonia è peggiorato. Dopo l'ebrezza creata dalla sbornia mediatica -arte in cui UE e USA mostrano eccellenza- rimangono le ceneri dei sogni, la dittatura dell'economia e l'emigrazione forzata come clandestini. Nel peggiore dei casi, persino lo smembramento delle nazioni pluri-nazionali, bilingue e multireligiose.
Hanno brutte intenzioni, e lo dimostreranno con più virulenza anche in Georgia, Azerbaijan e Moldavia.
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