lunes, 18 de febrero de 2008

ONU - Indigeni messi a tacere

14 febbraio 2008
Durante la seconda riunione del Gruppo di Lavoro speciale aperto sulle Aree Protette della Convenzione Internazionale sulla Diversità Biologica (CDB), tenutasi questa mattina nei locali della FAO della capitale italiana, i rappresentanti indigeni hanno abbandonato la seduta per protestare contro la loro esclusione dal gruppo di lavoro.

Prima di ritirarsi si sono imbavagliati e hanno manifestato il loro disaccordo con cartelli di contestazione. Jannie Lasimbang, indigena Kudazan proveniente dalla Malesia, ha letto una dichiarazione di protesta. Una volta letta, gli indigeni e alcune delle ONG si sono allontanati dall’assemblea plenaria, costringendo il gruppo a sospendere la seduta per valutare la situazione.
Nel loro discorso, gli indigeni hanno detto:” Signor Presidente, abbiamo fatto dei grandi sforzi per far parte di questo processo. Ciò nonostante, ci ha deluso profondamente l’essere stati emarginati fin dall’inizio dei lavori di questa seconda riunione del Gruppo di Lavoro sulle Aree Protette e non avere avuto la possibilità di prendere la parola per esprimere i nostri punti di vista. Ieri pomeriggio siamo stati messi a tacere in un momento critico della discussione e non ci è stato permesso di apportare il nostro contributo nelle delibere sulle raccomandazioni per l’applicazione del Programma di Lavoro.
Nonostante abbia dichiarato, Signor Presidente, che tutte le nostre raccomandazioni sarebbero state inserite nel documento CRP, nessuna di queste ha trovato spazio nel CRP2. Siamo profondamente costernati per ciò che queste raccomandazioni rappresentano per la nostra vita, la nostra terra e l’applicazione effettiva del Programma di Lavoro”.

Onel Masardule e Jannie Lasimbang, co-presidenti del Comitato dei Popoli Indigeni per la Conservazione, del Foro Internazionale Indigeno sulla Biodiversità (FIIB), di cui fanno parte gli indigeni delle regioni di Asia, Africa, Russia, Pacifico, Nord America e America Latina, hanno manifestato il loro disappunto per la negazione del diritto alla partecipazione effettiva dei popoli indigeni, che contraddice le decisioni prese dalle parti stesse.

Quasi tutte le ONG presenti hanno appoggiato le azioni di protesta degli indigeni e hanno condannato l’atteggiamento negativo del presidente della riunione. Le ONG ritengono che stia venendo meno lo spazio per il dialogo. La Rete delle Donne Indigene sulla Biodiversità ha dichiarato “che la mancanza di partecipazione indigena non costituisce soltanto un pericolo per i processi democratici delle Nazioni Unite, ma disattende la Dichiarazione dei Diritti dei Popoli indigeni, approvata dall’ONU nel settembre del 2007”.

(Traduzione a cura di Traduttori pe la Pace – www.traduttoriperlapace.org)

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