miércoles, 26 de marzo de 2008

Argentina:No al ricatto dell'agro-industria

La strade argentine sono ancora bloccate, questa volta -però- non per colpa dei piqueteros. Sono i grandi agro-produtori che si ribellano contro un provvedimento governativo che aumenta la tassa sullle esportazioni degli alimenti.

La frittata si è rovesciata, e questa volta sono i settori sociali privilegiati a bloccare le strade o protestare con i "cacerolazos" a Buenos Aires, però nei quartieri beni della capitale.
Il governo, per evitare che le grandi aziende agro-produttrici, di fronte ai prezzi internazionali in netto rialzo, esportino all'estero tutta la loro produzione e trascurino il rifornimento del mercato interno, aveva aumentato dal 35% al 44% la "retencion" del grano.

In questa fase, gli agro-produttori si trovano in pieno boom economico ma non vogliono nessun tipo di limitazione alla loro attività. In nome del libero mercato, da 13 giorni hanno sospeso i rifornimenti di cibo alle grandi città e -con il sostegno attivo dei monopoli mediatici- cercano di provocare un corto circuito sociale. Sperano che i consumatori si uniscano alla loro protesta.

La Presidente Cristina Fernandez ha replicato a muso duro che "...non cederò a nessun tipo di estorsione. Il boom economico nell'agricoltura è frutto dello sforzo dell'intera società argentina...in realtà, questi sono picchetti dell'abbondanza".

Tito Pulsinelli

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