Il Comitato Italia Centro America -CICA- ha inviato la seguente lettera al quotidiano La Repubblica (rubrica.lettere@repubblica.it ) a seguito dell'intervista del suo inviato Omero Ciai ( o.ciai@repubblica.it) a Roberto Micheletti, l'industriale che occupa illegalmnte la poltrona presidenziale dell'Honduras.
Questa mattina (3 luglio 2009) il vostro quotidiano ha ospitato una lunga intervista di Omero Ciai, inviato in Honduras, al presidente golpista del Paese centroamericano. Vogliamo sperare che l'attenzione che il vostro corrispondente, che ha avuto la fortuna di entrare nel Paese, per poter raccontare in presa diretta ciò che sta avvenendo, non si fermi al palazzo di governo, ma che il suo sguardo sappia guardare nee strade , per portare all'attenzione dell'opinione pubblica italiana (e mondiale) la pressione che sta colpendo tutta la società honduregna e in particolare i più importanti tra i leader dei movimenti indigeni, popolari, studenteschi, sindacali.
Ci sono due chiavi di lettura per questo "Golpe"; per chi guarda "desde arriba", dall'alto, non si può che raccontare ciò che ha detto Chavez, ciò che ha fatto/non fatto Obama, etc. Purtroppo, per capire questo colpo di stato, dovremmo imparare a guardare anche "desde abajo", per rendersi conto che la violenza che non ha colpito Zelaya si abbatte su coloro che stavano costruendo un progetto politico alternativo per il governo del Paese, a partire dalla elaborazione di una piattaforma politica comune e dalla presentazione di un proprio candidato in vista delle elezioni di novembre 2009.
Se Ciai fosse interessato, potremmo volentieri fornire al vostro corrispondente i contatti per intervistare quei leader sociali che, ancora, non si trovano in clandestinità, costretti da ordini di cattura nei loro confronti emessi da un dittatore che, purtroppo, non è il "buffone" che lui ha lasciato intendere nel suo ritratto.
Comitato Italia Centro America - CICA
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