lunes, 23 de abril de 2012

Francia boccia l'ortodossia neoliberista della BCE


Premiato Hollande e la sua correzione di rotta - 1 elettore su 3 si schiera con forze anti-sistemiche
Tito Pulsinelli
Caracas 23/4 - I francesi hanno bocciato Sarkozy, vale a dire l'ortodossia neoliberista di Bruxelles e della BCE, nella sua fase di chiaro stampo golpista. Gli è stato preferito il candidato Hollande -28,56% dei voti- che vuole rappresentare un globalismo più moderato, un progetto-Francia meno subordinato a Berlino e con più autorità nei confronti della BCE e "comissione europea", ridotti a mera protesi della Goldman S. e dei grandi gruppi finanziari.La sorpresa la danno i due raggruppamenti chiaramente anti-sistema che arrivano a rappresentare un francese su tre
: Front national 18,12% e Malenchon 11,1%. Sebbene derivino da ideologie agli antipodi della scenografia politica, costituiscono l'elemento di rottura da soppesare senza pregiudizi. Malenchon ha messo sotto accusa -senza eufemismi e politichese-  la demolizione dello Stato-sociale e lo sbilanciamento a favore delle elites europee.In piú d'una occasione, ha detto che bisogna guardare all'esperienza dei Paesi sudamericani nel loro viaggio d'uscita dalle grinfie neoliberiste del FMI.


Le Pen rivendica il ristabilimento della sovranità nazionale, il recupero delle funzioni usurpate da Berlino e Bruxelles in materia economica e monetaria.E' la più ostile all'Europa e indica come indispensabile l'abbandono dell'euro.Questa corrente antisistemica -dall'alto d'un considerevle 30%- ha intercettato il disagio e la rabbia che cova nel profondo della Francia. Ed anche il netto rifiuto all'Europa, non legittimata dai voti, alla sua autoritaria ed arrogante classe dirigente, autodesignata o  frutto di cooptazioni di infimo livello morale. Altro che meritocrazia: miasmi da precoce basso impero fallito.

Si avvia ad uscire di scena il piccolo Sarkozy, di passaporto francese ma con genuina cultura atlantista, coltivata con una formazione negli USA, sotto la benevola protezione del padrastro, funzionario della CIA. E' stato punito il fautore del reintegro della Francia nel sistema NATO, l'avventuriero neocoloniale che ha effettuato due colpi di Stato in Costa d'Avorio e Mali, nonchè promotore attivo dell'aggressione alla Libia.
Si profila una boccata di ossigeno nuova, una possibile discontinuità relativa con l'attuale oltranzismo liberista, programmato dalla BCE sulla pelle degli europei per il prossimo decennio.Con Hollande, non c'è da urlare di gioia, non è la fine dell'incubo. E' ipotizzabile un riequilibrio della politica francese, ora troppo sbilanciata a favore delle oligarchie interne ed esterne, ed il recupero di un ruolo più attivo nei confroni della Germania e dei suoi dikat monetaristi.

Dall'America latina si torna a sperare in una parziale correzione della rotta europea -divenuta identica alla NATO- verso una maggiore iniziativa autonoma, con più equidistanza dagli altri blocchi, e più in sintonia con l'onda multipolare prevalente. Oltretutto, l'arrendevolezza dell'attuale classe dirigente eiropea al militarismo espansionista di Washington, non paga. Si raccolgono pochi frutti e fradici. L'Italia ha partecipato alla guerra contro la Libia per perdere invidiabili concessioni petrolifere e per sparire dal Mediterraneo.La Casa Bianca, anche nel caso del rocambolesco embargo petrolifero contro l'Iran, predica bene ma razzola male.

4 comentarios:

ventopiumoso dijo...

sono sostanzialmente d'accordo. anche se melanchon, se non ricordo male, ha sostenuto l'aggressione alla libia. quindi mi rende un po' sospettoso. però capisco il discorso generale e concordo. e sperare che vinca hollande e mantenga le promesse fatte (ecco, di questo dubito ancora di più, ma vabbé). saluti

fla.detomin dijo...

Queste sono le forze in campo che compongono il movimento
realmente esistente, almeno sul piano elettorale. E' come
il termometro per misurare la febbre. Siccome siamo in
presenza d'una patologia degenerativa decisamente più
grave, sarebbe ingenuo sopravalutare le terapie elettorali.

La soluzione -così ci indica
il presente storico nella
geografia sociale sudamericana- passa per un crescendo di
movimenti parziali, settoriali, trasversali, autorganizzati
dal basso, che comicino a contrastare concretamente
il golpismo globalista.

Insomma, il viaggio d'uscita
dal neoliberismo, ha bisogno
degli equivalenti europei della "guerra del gas", dei
"piqueteros", "caracazos",
"guerra dell'acqua" ecc.
La somma di questi movimenti, nel corso d'un decennio
accumuló la massa critica che portò al trionfo di leader e
governi ESECRATI e temuti
dal FMI.

E' vero, Malenchon è quel che indichi: uno che scivola
troppo spesso sulla buccia di banana libica o iraniana.
Rappresenta un settore che abbocca quisi sempre all'amo
dei "diritti umani" e finisce spesso... a spalleggiare la NATO.

Costoro rinfacciano il razzismo, sciovinismo, "fascismo"
della famiglia Le Pen.
Magari più del padre che della figlia.
Però queste sono le due correnti anti-sistemiche realmente
esistenti sul teatro di operazione francese. Che ci piaccia o no.
Tanto più che la parola risolutiva tocca ai cittadini,
ai movimenti sociali e ad un
ciclo di lotte da dispiegare.

Tutti hanno visto la
criminalizzazione preventiva sventagliata contro i Forconi.
In Spagna stanno introducendo il reatodi "resistenza pacifica"
alle forze dell'ordine....

Enzo dijo...

Leggendo questo e altri articoli presenti in selva, mi sembra di capire che Lei sia d'accordo con Le Pen. Personalmente credo che il dualismo destra-sinistra, almeno per quel che riguarda i partiti istituzionali non ha piu' senso; sono la stessa cosa. Cio' premesso mi permetto di chiedere se Lei si considera di destra e che cosa pensa di quanto detto oggi da Le pen? (veda http://actualidad.rt.com/actualidad/162796-francia-terrorismo-le-pen-fronteras-hollande; purtroppo in spagnolo e non in italiano; la stampa italiana riporta poco di Le Pen). Ringrazio per l'attenzione. Se lei vuole possiamo diventare amici in facebook

fla.detomin dijo...

Quel dualismo è ormai estinto, e gli avvicendamenti nei governi da Lisbona a Parigi, da Roma in Bulgaria, passando per Atene, dimostra che vi è una autentica osmosi tra i "partiti" con derivazione del Novecento.

La globalizzazione e la caduta dell'URSS ha stravolto e imploso le ideologie basate sulla "razza", sulla "classe", e anche quella fondata sulla "libertà individuale", tanta cara ai neoliberisti d'oggi, che amano credersi autentici liberali.

No,stanno imponendo l'individualismo assoluto e l'atomizzazione sociale, con il relativo dispotismo dell'economia, interpretata secondo i dogmi liberisti.

Sono contro le oligarchie nazionali e l'elite mondiale che ha soggiogato l'occidente. Mi guida il raffronto permanente con la realtà sudamericana, dove 15 anni addietro impazzava il neoliberismo: toglievano-mettevano governi come pulirsi il naso ecc.

La risposta sociale che impose lo stop, fu orizzontale, trasversale, multiforme e dal basso...

Poi alleanze nuove come in Ecuador e Venezuela (Mov. V Repubblica e Alianza Pais) o forze storiche come il peronismo in Argentina o Partito dei Lavoratori in Brasile,articolarono politiche sovraniste di equità, cioè anti-FMI.

Non condivido la piega anti-Islam della Lepen, che è propria anche dei neocons e degli epigoni inconsapevoli dello "scontro di civiltà".

Dire anti-Islam è uguale a dire anti-Cristianità. I musulmani dell'Asia, dell'India,dei Balcani ecc...non hanno nulla a che vedere...

La Russia storicamente è l'incontro tra cristianismo, musulmani, buddisti + altri,questo è l'Eurasia.Reprime il terrorismo in Cecenia perchè è terrorismo, ma non perseguita o discrimina le popolazioni musulmane del Caucaso, in quanto tali.

Spero che a Mosca glielo spieghino ai Salvini.

L'attentato di Parigi è diretto ad attizzare il fuoco in Europa, indebolirla, obbligarla ad essere più aggressiva (autolesionista) contro la Russia. E' diretto a puntellare l'euro e la scricchiolante UE, oltre a cementare le "larghe intese" con il binomio Hollande-Sarkozy.

E' il tanto peggio-tanto meglio per addomesticare ulteriormente un blocco concorrente, in preda all'Alzehimer, ridotto alla "Conchita Wust" del campo internazionale.

E' una mazzata per sbarrare il cammino alle forze sovraniste,critiche o che intrevedono alternative possibili all'esistente.
Anche in questo,la dicotomia destra-sinistra è obsoleta, come dimostra la interessante vicenda dell'Ungheria.

Pertanto, un probrabile governo di Tsypras ad Atene, va giudicato non sul curriculum vitae o DNA ideologico, ma sulla base di quel che concretamente farà.
Vale a dire se riceverà anatemi o lodi dal FMI, Bruxelles, Berlino e NATO.

Non faccio uso di FB e similari

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