jueves, 28 de febrero de 2013

Il Sistema tra il clown e l’ex comico

Dedefensa - Italia ci fa grande nel darci la sua versione della famosa “resilienza” anti-sistema dei gruppi che sono in grado di opporsi al Sistema. Le elezioni di domenica hanno mostrato la capacità immaginativa dell’Italia, soprattutto in termini di psicologia e d’inconscio anti-sistema nel corso e nella distribuzione dei voti, formando dei risultati che mostrano un blocco a tre livelli…
• Il primo livello, il più pomposo e pomposamente umiliante per il sistema, è l’esito nefasto del molto serio e competente signor Monti, l’uomo dell’Unione europea e della Goldman Sachs (e dei Bilderberg, Coca-cola,
ecc.). La sua “coalizione” (a sua volta dei liberali ottimamente “liberomercatisti”, qualche democristiano sparso, degli ex-neofascisti allo sbando) ottiene circa il 10% dei voti. L’austero Monti non è insoddisfatto del risultato che la realtà qualificherebbe “austero”. 
Il suo fallimento è il prezzo degli impopolari aumenti fiscali e delle riforme che l’amministrazione Monti ha imposto con vigore fin dal suo insediamento nel novembre 2011. Monti ha insistito di essere felice dei risultati, avendo creato un programma che presentava agli elettori come una via “realistica” per il Paese. “Il nostro è un risultato soddisfacente”, ha detto in conferenza stampa.” (The Guardian, 26 febbraio 2012)

• Il secondo livello è il ritorno del pagliaccio Berlusconi, diventato fin dalla sua partenza l’orrore ultimo per la politica-Sistema: applicando fino alla nausea le buone maniere più grossolane del Sistema, ma annegandole, fino al soffocamento, in una valanga di scappatelle commentate con un cinismo sfrenato e beffardo, con il solo effetto di ridicolizzare il Sistema; e con un effetto d’inversione molto originale… Tuttavia è tornato, con abbastanza potenza elettorale per bloccare il normale funzionamento del Sistema, rappattumando una specie di coalizione-Sistema, poco meno “austera” di Monti, ma utile. L’odio della sinistra-Sistema (il “centro-sinistra” per le dame) verso Berlusconi dovrebbe essere utile nel perpetuare il blocco di questo punto di vista (l’incapacità di fare un governo o un governo di equilibristi, pronti a cadere alla prima misura impopolare). Il rapporto tra i due sarà veramente stretto. 
Secondo l’AFP, del 25 febbraio 2013: “Per quanto riguarda Silvio Berlusconi, ha mollato tra i fischi nel novembre 2011, lasciando l’Italia sull’orlo dell’asfissia finanziaria, ma ha compiuto una rimonta spettacolare, promettendo di abbassare le tasse e anche di ripagare l’impopolare tassa immobiliare restaurata da Monti. La coalizione di sinistra di Pier Luigi Bersani, data al 30,3% dai risultati parziali dei tre quarti dei seggi, dovrebbe essere in grado di avere la maggioranza dei seggi alla Camera, con un sistema che dà il 54% dei seggi alla prima coalizione. Ma al Senato, dove il premio di maggioranza viene assegnato su base regionale, i risultati parziali indicano che il centro-sinistra è lontano dalla maggioranza assoluta di 158 seggi. 

Le ultime stime del quotidiano La Repubblica, indicano 104/105 seggi, e l’alleanza di destra di Silvio Berlusconi in testa, con 113/123 seggi, ma senza possibilità di formare una maggioranza. “E’ certo che, se si avrà una maggioranza alla Camera e un’altra al Senato, non ci sarà nessun governo”, ha osservato con disgusto Stefano Fassina, economista del Partito Democratico, assalito dalle domande al quartier generale elettorale del PD.”
• Il terzo livello del blocco è ciò che AFP ha elegantemente definito “il bum del movimento dell’ex comico Beppe Grillo.” Non è chiaro se Beppe sia un “ex-comico” (perché “ex”?), ma offre prestazioni di altissima comicità, quasi geniali, se si osserva un po’ dall’alto, verso le ambizioni “austere e serie” del Sistema. Beppe è la star delle elezioni, anche a cinque stelle, se necessario, con il suo “Movimento 5 Stelle” (M5S nel dialetto anglosassone raggiunge la superba lingua italiana in questo caso). M5S ottiene “più del 23,5% al Senato e del 25,5% alla Camera dei Rappresentanti, diventando il più grande partito in Italia, prima del Partito Democratico.” 
Così AFP, riferisce  sobriamente di ciò: “L’Italia sembra dirigersi verso un punto morto, con una Camera dei Deputati e un Senato rimasti senza una maggioranza, con le elezioni che segnano il boom del movimento dell’ex comico Beppe Grillo. “Il voto dà una scossa al Parlamento bloccato”, probabilmente senza maggioranza, titolava sul suo sito web il Corriere della Sera, quotidiano della dirigenza italiana, che riflette le preoccupazioni dei partner della terza più grande economia della zona euro. Il solo vero vincitore delle elezioni, Beppe Grillo e il suo Movimento 5 Stelle, denunciato come “populista” dai suoi avversari, ha saputo sedurre navigando sul rifiuto della classe politica e la rabbia contro l’austerità. Secondo i risultati parziali, avrebbe ottenuto tra il 24 e il 25% in ciascuna delle due camere, diventando il secondo partito politico italiano dopo il Partito Democratico, la prima forza della sinistra.”
Tre livelli di blocco sono molti, e promettono bene. Le conclusioni generali sono assolutamente frustranti ed estremamente interessate. La Borsa, come nel periodo tra le due guerre, è a disagio e i corsi misurano il disagio con la solita caduta del… In ogni caso, nulla da fare, Beppe occupa il centro della scena dei commenti… Secondo il Guardian: “Né destra, né sinistra, hanno la maggioranza assoluta alla camera alta, l’ago della bilancia sarà il Movimento cinque stelle di Beppe Grillo (M5S). Grillo ha escluso il sostegno ad entrambi i partiti, per spazzare via i partiti politici esistenti in Italia e la loro cultura cronachistica, una sensazione che sembra ribadire dopo il conteggio dei voti, insistendo che M5S non ha alcuna intenzione di “fare accordi, grandi o piccoli” e attaccando gli elettori di Berlusconi per aver commesso “un crimine contro la galassia.” “In un messaggio audio trasmesso in diretta on-line, Grillo ha detto che, dopo i “risultati eccezionali del suo movimento, i principali partiti sono finiti, e lo sanno.” “Abbiamo iniziato una guerra di generazioni… Sono rimasti per 25 a 30 anni e hanno portato il Paese al disastro”, ha detto. “Ci sarà una forza straordinaria… ce ne saranno 110 all’interno [del Parlamento] e milioni fuori.”
• Tutti i commentatori del Sistema, vale a dire, i commentatori seri, evidenziano come tutti i dirigenti-Sistema del tipo europeo siano “inorriditi” dalle elezioni italiane e, in particolare, secondo la dialettica del borborigmo-Sistema standard, dall’”ascesa del populismo” (maledetto Beppe). The Independent del 26 febbraio 2013 riassume tutti e tre gli scenari, via via sempre più pessimisti, con il terzo che, secondo il quotidiano londinese, molto probabilmente porterà assai velocemente a nuove elezioni (Beppe, vorrebbe un referendum, o penserebbe ad una seconda “marcia su Roma”, dopo il primo successo di questa domenica): “Il centro-sinistra conquista la Camera ma non forma la coalizione necessaria per far approvare le leggi al Senato. Ieri sera, questo risultato appariva sempre più probabile, mentre il Partito Democratico non è riuscito a farsi strada nei “swing-state” delle regioni di Lombardia, Veneto e Campania. Questa amministrazione azzoppata, potrebbe zoppicare per pochi mesi, ma nuove elezioni saranno praticamente certe. E l’instabilità finanziaria in Italia e non solo, è un pericolo molto reale.”
Tutto questo, comprensibilmente, è davvero e notevolmente anti-sistema. Non si tratta di distribuire virtù, perché l’anti-sistema è per definizione incostante e relativo, e non ha nulla a che fare con la virtù, se non che è assolutamente “rivoluzionario” (caso unico in cui questa parola obsoleta ha ancora ha un senso), trovandosi in una posizione anti-sistema in una circostanza essenziale. Questo è il caso del clown (Berlusconi), sufficiente a impedire un governo stabile o ad interdirlo e, nel caso dell’ex-comico, come lo chiamano, imponendo una ventilata vittoria, immediatamente demonizzata come “populista”. 
La povertà del linguaggio-Sistema nel screditare coloro che si trovano in una posizione anti-sistema, involontariamente o intenzionalmente, ciclicamente o strutturalmente, è indicativo della brevità della cosa (il Sistema), quasi esausta per le sue trasformazioni quasi transessuali, dalla dinamica di superpotenza alla dinamica dell’auto-distruzione. (Soprattutto quando i due si combinano e aggiungono i loro effetti a vantaggio necessariamente delle dinamiche dell’auto-distruzione, dal momento che solo uno dei due ha uno scopo. Così il sistema esegue la sua trasformazione transessuale rivelandosi ermafrodita, risolvendo il dilemma “sociale” del matrimonio gay.)
Ora, naturalmente, cosa fare? Normalmente, l’artiglieria pesante sarà scatenata e schierata in primo luogo contro Beppe. Le munizioni non mancano: “populista”, si è detto, ma anche “fascista” (perché no?) “Gaucho-anarchico” (per il bene della pluralità), “nichilista” (dopo tutto …), e così via. (Non  si arriverà nemmeno a trattarlo da “comico”, ma comunque….) Tesi fioriranno anche da parte dei commentatori anti-sistema che sognano di scoprire le insidie del Sistema: l’ex-comico sarà un “provocatore” e “manipolatore” o “provocatore manipolato” o (questo equivale a questo e quell’altro), una sorta di remake degli “anni di piombo” versione comica, con l’attivazione delle reti Gladio ed altro, che si potrebbero quindi innescare…Non mancheranno, inoltre, alcuni che sognano l’intervento militare per mettere ordine in tutto ciò: è allora non finiremmo di ridere del loro “disordine creativo”. Nel frattempo, contentiamoci di sottolineare la nostra stima per le vie estreme, esotiche e sorprendenti che prende la “resilienza” della resistenza anti-Sistema. 
Devo dire che la stupidità abissale delle politiche settoriali oppressive che la politica-Sistema impone ai robot che l’attivano in tutta austerità e in colletto e cravatta, senza cravatta, è un potente aiuto al fenomeno che tende a caratterizzare la frase immortale di Mao sui “Cento Fiori”, questo fiorire in ogni senso degli eventi che s’impongono da sé in una posizione anti-Sistema così piacevole ed efficace, questa fioritura si rinnova continuamente, sempre in contrasto all’avanzata superpotente-distruttiva del Sistema. Questo episodio ci ricorda le virtù della democrazia, che proviene dalla saggezza greca, se correttamente applicata, e la gloria d’Italia, che proviene dalla grandezza romana, se gestita con cura: la modernità non ha completamente distrutto l’essenza di questi due grandi momenti dei tempi antichi.
Ma… dove porta tutto questo? Esclamerebbe qualcuno. E’ vero che il programma di Beppe e delle cinque stelle non è privo di fascino e spirito di appropriatezza, in tutti i casi, al momento   sperando che possa essere mantenuto: non fare nulla e bloccare tutto. Questo è in realtà la lezione che apprendiamo da questa bellissima resilienza anti-sistema, in generale, il 9 novembre 2012, in particolare, non aspettatevi di vedere o sapere cosa verrà fuori da esso, ma al contrario, capire che non sapere nulla e non comprendere nulla è un segno di saggezza, vale a dire: 
Le dinamiche all’opera non costruiscono un mondo migliore secondo la dialettica della comunicazione del Sistema, che aggiunge e scuote sempre questo rumore sul “domani che verrà” entro i propri limiti; semplicemente si accontenta di resistere e di dare una traiettoria a questo flusso della resistenza necessariamente strutturante. Questo movimento è ovviamente e necessariamente impercettibile alla coscienza presente, e non ha senso che da un punto di vista che supera il Sistema. Questa è una situazione che avrà un ruolo fondamentale quando si verificheranno altri eventi, mentre altri eventi che non sono identificati formalmente sono già all’opera, i cui effetti indiretti saranno tradotti dal carattere sempre più irregolare, sempre più nichilista e sempre più distruttivo, di per sé, della politica-Sistema“. 
Traduzione di A.LattanzioSitoAurora

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