205 congressisti -contro 217- vogliono controllare le agenzie di intelligenza
La sconfitta dell'emendamento Amash (modificare l'art. 215 del Patriot Act) è una vittoria di Pirro per il blocco reazionario e fondamentalista. Ha vinto con un margine risicato (217 voti contro 205), nonostante un disperato lobbying e la spaccatura degli organi di sicurezza, del sistema mediatico, e parecchie personalita' di alto profilo, tra cui il presidente stesso. C'e' stato un inatteso fronte di protesta bipartisan, che ha respinto ricatti e pressioni. Un'occhiata a The Guardian aiuta a percepire la questione.
La crisi Snowden-NSA si è installata nel cuore di Washington, con un sommovimento sussultorio negli organi di spionaggio e in istituzioni di livello elevato, con effetti abreve termine imprevedibili, su vari livelli. Un dato e' emerso con forza: la NSA non e' piu' intoccabile, intangibile e ora si mette in discussione la sua funzione, che l'ha collocata al di sopra e al di fuori di ogni controllo. Gli eletti dal popolo hanno manifestato una certa ribellione contro una entita' che agisce nell'ombra e non risponde a nessuno.
Il voto della Camera è per ora privo di effetto, visto che il Congresso va in vacanza dal 1 ° agosto ai primi di settembre: puntano alla smobilitazione dei manifestanti e alla decelerazione dello scandalo internazionale. Pero' lo scandalo-NSA e' diventato ormai la preoccupazione centrale del Congresso USA, che non si e' comportato con la stessa acquiescente passivita' dei Parlamenti d'Europa, per nulla turbati dal nuovo ruolo manifesto di vittime passive e conniventi.
Il sacificio di Snowden che -al posto di vendere i suoi segreti a uno Stato- ha scelto di rivelarli al mondo, sembra che non e' stato inutile, e da i primi frutti.
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