VA al BALLOTTAGGIO
Michelle Bachelet, candidata socialista, ex presidente, ha vinto il primo turno delle elezioni cilene con il 46,7 % dei
voti. Ha sfiorato il successo pieno al primo turno, pertanto dovrà affrontare in ballottaggio la sua rivale di destra, Evelyn
Matthei ferma al
25%. La metà degli elettori si è astenuta, e due votanti su tre
hanno manifestato una preferenza favorevole ai candidati critici -almeno parzialmente- al modello liberista.
Il ballottaggio sarà una sfida tra la figlia di un generale golpista della giunta Pinochet e la figlia di un alto ufficiale eliminato da Pinochet. Tra una apologeta radicale del modello impostosi con il golpe contro Allende e una moderata continuista che -durante la anteriore presidenza- si limitò all'amministrazione corrente nel quadro costituzionale e giuridico concepito da Pinochet e tuttora inalterato.
Nell'attuale contesto, però, dove il formidabile movimento degli studenti ha rimesso in moto la critica sociale pubblica e di massa, con la rivendicazione del ritorno a un sistema educativo pubblico e gratuito, la Bachelet potrà disporre di una governabilità sufficiente solo se metterà mano a un processo costituente. Finora, questa è parsa più una lusinga per captare consensi che una vera direttrice d'azione. Se così fosse, difficilmente la Bachelet arriverà al termine del suo mandato, perchè sono alle porte molteplici proteste dei movimenti sociali esclusi e schiacciati da troppo tempo. In Cile non c'è più nulla da privatizzare, pertanto il liberismo non ha più nulla da offrire, neppure la ripetizione della versione light della Bachelet.
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