Il buon candidato?
Chi devolve ai legittimi depositari il potere usurpato dalla
“commissione” di Bruxelles e dalla Banca Centrale Europea (BCE)
Tito
Pulsinelli Alla fine l'essenziale è sapere
chi è il nemico principale. Quali sono i mezzi più efficaci per
impedire che il potere economico deglutisca anche il residuale potere
politico. Come strappare spazi di manovra alle onnivore elites
universaliste? Il 14 maggio, l'oggetto del contendere è una
istituzione devitalizzata, evirata di ogni potere reale
sull'economia, moneta e difesa. Strasburgo è un teatro in cui le due
ali del
neoliberismo -costrette dall'emergenza a dismettere la
vetusta baruffa sceneggiata- si coalizzano per non precipitare nel
vuoto.
Demonizzano
il movimento reale in cui è sottesa un'idea-forza: chi ha il
potere economico non può avere anche il potere politico. Oligarchie
e lobbies segrete contro ceti medi e produttivi; funzionari in
incognito di Goldman Sachs contro dirigenti scaturiti e legittimati
dalla sovranità popolare. “Commissari” di Bruxelles e
plenipotenziari di Francoforte versus dirigenza
leale
ai
Paesi che compongono l'Europa storica e millenaria. Non quella
fuoriuscita dalla provetta di Maastricht con la formula esoterica che
riduce il governare a 5 macro-indicatori economici.
Esorcizzano rispolverando vetusti fantasmi populisti, con il ricatto filisteo della reductio ad hitlerorum di chiunque resista rimanendo al di fuori dei recinti politici. Beceri artifici propagandistici che chiamano alla resa o alla passività verso la dittatura finanziaria. Inutile e dozzinale interfenza, poichè il neoliberismo è già identificato come il -prendiamo in prestito un manicheismo a loro caro- “male assoluto” del tempo presente.
Per il 14 maggio, la posta gioco ha un valore simbolico di importanza strategica: chiudere un ciclo di arrogante onnipotenza, iniziare il recupero parziale dell'iniziativa nazionale e popolare. Semplicemente, l'Europa non sarà una SpA delle elites. Urgenza di un cuneo per la discontinuità che allarghi la crepa nella muraglia del neoassolutismo.
Per riaprire la prospettiva in cui le maggioranze non saranno più le vittime sacrificate all'economia, prefabbricata alla misura del 2% dei viventi. Ritorno alla sovranità popolare per accumulare forza sufficiente per esercitare un potere di veto de facto. Contro parlamenti ridotti alla ratificazione automatica di ogni editto emanato dalla troika.
I buoni candidati? Quelli favorevoli a devolvere ai naturali ed originari depositari i diritti e il potere usurpato e concentrato dalla “commissione” di Bruxelles e dalla Banca Centrale Europea (BCE), complici del FMI.
Nessun progetto di cambio sociale, radicale o no, è realizzabile se è svincolato dalla dimensione geografica e temporale, Il neoliberismo insiste nella predicazione di un messianismo che -come la religione o la filosofia- sarebbe valido in ogni tempo e luogo. E' diagnosi, farmaco e terapia delle patologie che autoproduce.
Esorcizzano rispolverando vetusti fantasmi populisti, con il ricatto filisteo della reductio ad hitlerorum di chiunque resista rimanendo al di fuori dei recinti politici. Beceri artifici propagandistici che chiamano alla resa o alla passività verso la dittatura finanziaria. Inutile e dozzinale interfenza, poichè il neoliberismo è già identificato come il -prendiamo in prestito un manicheismo a loro caro- “male assoluto” del tempo presente.
Per il 14 maggio, la posta gioco ha un valore simbolico di importanza strategica: chiudere un ciclo di arrogante onnipotenza, iniziare il recupero parziale dell'iniziativa nazionale e popolare. Semplicemente, l'Europa non sarà una SpA delle elites. Urgenza di un cuneo per la discontinuità che allarghi la crepa nella muraglia del neoassolutismo.
Per riaprire la prospettiva in cui le maggioranze non saranno più le vittime sacrificate all'economia, prefabbricata alla misura del 2% dei viventi. Ritorno alla sovranità popolare per accumulare forza sufficiente per esercitare un potere di veto de facto. Contro parlamenti ridotti alla ratificazione automatica di ogni editto emanato dalla troika.
I buoni candidati? Quelli favorevoli a devolvere ai naturali ed originari depositari i diritti e il potere usurpato e concentrato dalla “commissione” di Bruxelles e dalla Banca Centrale Europea (BCE), complici del FMI.
Nessun progetto di cambio sociale, radicale o no, è realizzabile se è svincolato dalla dimensione geografica e temporale, Il neoliberismo insiste nella predicazione di un messianismo che -come la religione o la filosofia- sarebbe valido in ogni tempo e luogo. E' diagnosi, farmaco e terapia delle patologie che autoproduce.
L'euro
e UE sono stati sviliti
al rango
di
un labirinto
che si pretende -come
l'inferno-privo
di via
d'uscita. Il
punto di partenza
è il recupero
del potere politico e
controllo dell'avamposto
parlamentare. Senza questa
trincea e la sintonia con la
forza centrifuga dei
movimenti esterni, non si consolida alcuna
capacità difensiva
contro le
elites. Non
quelle
interne,
ancor
meno
contro
struttura reale del
potere
globale.
La lezione che proviene da chi ha ottenuto vari risultati positivi contro il neoliberismo, è che le depredazioni furono frenate da grandi movimenti popolari, trasversali che -dal basso di ogni nazione, concepita come principale terreno dello scontro- raggiunsero un primo e prezioso potere di veto. Materializzato nella caduta in serie di governi-FMI, fino alla successiva conquista del potere politico, attraverso ampie alleanze politiche e sociali anti-liberiste.
La lezione che proviene da chi ha ottenuto vari risultati positivi contro il neoliberismo, è che le depredazioni furono frenate da grandi movimenti popolari, trasversali che -dal basso di ogni nazione, concepita come principale terreno dello scontro- raggiunsero un primo e prezioso potere di veto. Materializzato nella caduta in serie di governi-FMI, fino alla successiva conquista del potere politico, attraverso ampie alleanze politiche e sociali anti-liberiste.
Con la cofluenza
degli indios, senza-casa, senza-terra, senza-lavoro, del settore
commerciale vittima dell'apertura
indiscriminata dei mercati e
frontiere, e
dei piccoli e medi
produttori distrutti dalle multinazionali. Tutti
questi, non disconobbero e
accolsero
i nuovi attori e
le figure prodotte
dalla decomposizione
liberista.
Voti e piazza. In Venezuela, Brasile, Argentina, Ecuador, Uruguay, Bolivia, Nicaragua, in Ungheria, l'immediata e inmancabile destabilizzazione fomentata da tutti gli altri poteri (banca interna e internazionale, latifondi mediatici, multinazionali, militari, conferenze episcopali e ONG) cozza contro la piazza mobilitata. Il ribaltamento illecito dei processi antiliberisti fallisce perchè i difensori della sovranità e i beneficiari dell'equità difendono interessi concreti.
Consapevoli che l'inversione di tendenza e i benefici ricevuti scaturiscono dal blocco del finanziamento ai banchieri, dal sostegno ai consumi e produzione interna e dalla riattivazione delle politiche sociali azzerate dai regimi post-democratici.
Voti e piazza. In Venezuela, Brasile, Argentina, Ecuador, Uruguay, Bolivia, Nicaragua, in Ungheria, l'immediata e inmancabile destabilizzazione fomentata da tutti gli altri poteri (banca interna e internazionale, latifondi mediatici, multinazionali, militari, conferenze episcopali e ONG) cozza contro la piazza mobilitata. Il ribaltamento illecito dei processi antiliberisti fallisce perchè i difensori della sovranità e i beneficiari dell'equità difendono interessi concreti.
Consapevoli che l'inversione di tendenza e i benefici ricevuti scaturiscono dal blocco del finanziamento ai banchieri, dal sostegno ai consumi e produzione interna e dalla riattivazione delle politiche sociali azzerate dai regimi post-democratici.
L'implicazione
immediata è la maturazione di superiori
livelli di unione e
di armi concettuali quali sovranità, equità, etica, solidarietà,
redistribuzione. Da
contrapporre al darwinismo e atomizzazione sociale imposte
dall'oligarchia sovranazionale.
La nazione non
è mercato, il cittadino è
ben
altro che un
consumatore. Progresso
e “crescita” del Pil
sono inconciliabili, il
lavoro ha priorità assoluta sul capitale. La memoria storica e
l'identità sono un baluardo contro l'iper-individualismo
e gli
antivalori propagati come un
Alzheimer culturale dai
nuovi mercanti del tempio.
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