momento della sua dipartita, con rustiche attenzioni funerarie. Il feretro contenente il cane Eyko, è stato trasportato da quattro militari e -prima di ricongiungersi alla nuda terra- è stato gratificato con una orazione cerimoniale che rimembrava le tappe salienti della sua carriera militare. Eyko è rimasto in servizio dal febbraio 2014 al maggio 2017. Operativo nelle fila del battaglione canino della Polizia Militare, sul fronte della lotta antinarcotici.
E' degna di encomio la sensibilità animalista delle forze militari dell'Honduras spesso designate come "gorillas". Quel che suscita sdegno è la prassi istituzionale nei riguardi i corpi senza vita delle vittime civili. I "gorilas" non mostrano la stessa sensibilità riservata al contingente "canino". Non con quelli che all'alba di ogni giorno, sono raccolti nelle periferie urbane o nella provincia rurale. Non con le vittime delle temibili "maras", ossia della malavita giovanile formata dai molti "indocumentados" deportati dagli Stati Uniti. Oppure gli assassinati dalle forze repressive, il cui bersaglio preferito sono sindacalisti, studenti o attivisti della società civile.
Queste vittime rimangono ignote per i media scritti, tv e radio: non fanno nemmeno cronaca. Ignorate, rimosse, ma non dimenticate dalla società civile e dai movimenti sociali. E' raro quando si riferiscono a loro, e solo con eufemismi, allusioni o definizioni offensive, criminalizzzanti, prive di rispetto per la dignità di ogni umano. Sicuramente non con lo stesso garbo che mostrano nel descrivere il funerale del cane Eyko.
Il dipartimento di Medicina Legale, periodicamente provvede a scavare profonde fosse comuni, capienti, adatte per contenere decine di corpi "sconosciuti", chiusi in borse di plastica, poi vengono gettati e ricoperti dalla terra rimossa dalle scavatrici. Lo Stato dice di non disporre di molti soldi, ma quei pochi preferisce destinarli ai cani-poliziotto, non alla plebe reietta.
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