domingo, 28 de enero de 2018

Venezuela: Delle sanzioni e dei sanzionatori impulsivi


Abraham Israel Agostini, uno de los compañeros del expiloto abatido Óscar Pérez, durante un viaje a Cuba en 2014.
USA-UE: +Operazioni di Guerra Non Militare 

Coriolanis I senatori Bob Melendez e Marco Rubio, appartenenti alle due sponde del bipartitismo statunitense, latinos, che condividono una militanza nella parte estrema della reazione e del suprematismo, hanno inviato una accorata lettera al segretario del Tesoro  Steven Mnuchin. Hanno immediatamente reagito all'annuncio del varo della criptomoneta petro
fatto dal presidente Maduro, basato e garantito dalla gran riserva di petrolio del Venezuela. Il senatore della Florida Marcos Rubio, scrive che "..ci preoccupa che una criptomoneta possa fornire a Maduro un meccanismo che gli permetta di effettuare i pagamenti ai creditori internazionali e a chi possiede titoli venezuelani negli Stati Uniti" Ohibò!

La dinamica coppia di legislatori ha ribadito davanti alla Commissione Esteri del Senato la necessità di contrastare il petro perchè "...sono azioni che frusterebbero la finalità delle sanzioni imposte dal governo degli Stati Uniti". Non si fa alcun cenno a diritti umani, democrazia scorretta o diritti umani feriti. Dicono, invece, che si deve bloccare un "meccanismo che permetta i pagamenti ai fornitori internazionali".

I due senatori non sono "preoccupati" per il blocco di reattivi chimici necessari per le analisi del sangue, neppure per la scomparsa indotta di farmaci per i diabetici, cardiopatici, neppure per i malati di tiroide o malaria. No, vogliono il default istantaneo, forzato, bancarotta, insomma sgomitano per il disordine finanziario e monetario internazionale. Per loro, è più importante che non si pongano intralci alle "finalità delle sanzioni imposte dal governo" del loro amato paese.

Detto e fatto: il comitato Bancario del Tesoro cominciò ad avvisare ufficialmente e intimidire ogni soggetto privato e giuridico che possiede titoli del Venezuela a non sconfinare nella "illegalità". Detto e fatto: la Unione Europea (UE) varca il Rubicone e si intruppa in modo attivo nel fronte delle sanzioni. In nome di che?

Mentre i senatori Melendez e Rubio parlano senza remore, Bruxelles si avvita in un gergo ridotto a retorica di circostanza. Gli USA sanno quel che fanno e perchè lo fanno, e non si fermano davanti a una guerra senza bombe, però con conseguenze sociali più distruttive per gli uomini e l'economia. Non è affatto chiaro, invece, perchè la dirigenza "europea" partecipa al funereo festino. Le varie Mogherini non possono permettersi lo stesso disinvolto cinismo: sono rinchiusi nel bugigattolo semantico del "politicamente corrotto". Però hanno fatto un passo letale che conduce la UE ad essere attiva nell'operazione di guerra non-militare contro il Venezuela.

Sono ben oltre il consueto fiancheggiamento dell'estremismo etnico, del fanatismo religioso o della delinquenza politica cui sono avvezzi british e derivati. Quando è in gioco la superiore ragion geopolitica fomentano i torbidi, assediano e impongono penuria, dosificando secondo convenienza e circostanze. I vedovi degli Stati Uniti d'Europa stanno tagliando i ponti con l'America latina popolare e originaria, che è quella maggioritaria. Aggrappati come pulci al mito neocoloniale  de "..in Sudamerica siamo tutti discendenti europei" rilanciato a Davos dal presidente iperliberista argentino.

L'anno scorso, la UE ha assegnato il Premio Sakarov ai protagonisti di tumulti e turbolenze nelle piazze di Caracas che lasciarono sul terreno più di un centinaio di vittime. A loro dire furono tutte vittime degli scherani armati del "chavismo": incluso i morti delle forze incaricate della sicurezza pubblica? Off corse.

Nel 2018 hanno esordito con bolle di scomunica contro la polizia antiterrorista venezuelana, accusata di aver neutralizzato un gruppo armato, ricercato per l'assalto a una base militare e per un furto di fucili d'assalto. Durante la sparatoria sono morti due poliziotti e sei terroristi, tra cui il responsabile del sequestro di un elicottero da cui  sparò contro il ministero degli Interni e il Tribunale Supremo di Giustizia. Bruxelles e vari dotti in "diritti umani" hanno parlato di "esecuzione extragiudiziaria" o che sarebbero stati "giustiziati". Off corse.

E' troppo esigere che -prima di fare il copia-incolla dei bollettini dei sediziosi- sarebbe opportuno dare almeno un'occhiata ai profili biografici in Facebook? Eviterebbe le figuracce, oltre che attenuare la faziosità Avrebbero scoperto che Abrahm Israel Agostini (vedi foto), membro del commando "giustiziato" -- non occultava i giocattoli prediletti della sua lotta gandhiana per la democrazia. Poco male, forse a Bruxelles hanno già trovato il precandidato ideale al prossimo Premio Sakarov.

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