viernes, 20 de septiembre de 2019

L'Amazzonia non e' selvaggia, non e' un polmone e nemmeno un granaio del mondo


Risultati immagini per amazonas
Gli specialisti affermano che la selva amazzonica 'e arrivato alla fase climax,Quel che sprigiona un organismo l'assobono gli altri.Con l'agro-business e l'antiecologismo del governo-Bolsonaro, continua la deforestazione dell'Amazzonia”. 

Leonardo Boff Il Sinodo amazzonico che si terra' il 6 ottobre a Roma domanda una miglior conoscenza sull'ecosistema amazzonico. Bisogna sfatate i miti
Primo mito
L'indigeno come selvaggio e genuinamente naturale, per cio' stesso in sintonia perfetta con la natura. Si regolerebbe in base a criteri non-culturali. Starebbe in una specie di siesta biologica di fronte alla natura,in un perfetto adattamento passivo ai ritmi e alla logica della
natura. Questa ecologizzazione degli indigenti e' frutto dell'immaginario urbano,stremato dall'eccesso di tecnificazione e della artificializzazione della vita.
Quel che possiamo dire e' che gli indigeni amazzonici sono umani come qualsiasi altro essere umano e, come tale, interagiscono con l'ambiente. L'investigazione dimostra sempre piu' spesso il gioco dell'interagire tra indigeni e natura. Essi si condizionano reciprocamente. Le relazioni non sono “naturali” ma culturali, come le nostre, in un intricato tessuto di reciprocita'.

Forse gli indigeni hanno qualche singolarita' che li distingue dall'uomo moderno: vedono e concepiscono la natura come pate della sua sociea' e cultura, come un prolungamento del suo corpo personale e sociale.Non e', come per i moderni, un oggetto nudo e neutro.
La natura parla e gli indigeni riconosce la sua voce e il suo messaggio. La natura appartiene alla societa' e questa fa parte della natura. Stanno sempre adattandosi a vicenda in un processo di modificazioni reciproco. Per questo stanno sempre piu' integrati che noi. C'e' molto da imparare sulla relazione che loro conservano con la natura 
 
Secondo mito

L'Amazzonia e' il polmone del mondo. Gli specialisti affermano che la selva amazzonica si trova in una stadio di climax. Vale a dire: si trova in ottimo livello di vita, in un equilibrio dinamico nel quale tutto e' utilizzato, e per questo tutto si equilibrerebbe.
In questo modo, l'energia che scaturisce dalle piante mediante l'interazione della catena alimentare, conosce uno sfruttamento totale. L'ossigeno liberato durante il giorno dalla fotosintesi efettuata dalle foglie, viene consumato durante la notte dalle stesse piante e dagli altri organismi vivi. Per questo l'Amazzonia non e' il polmone del mondo.
Pero' funziona come un gran filtro di diossido di carbonio. Nel processo di fotosintesi si assorbono notevoli quantita' di carbonio. Il diossido di carbonio e' la prima causa dell “effetto serra” che surriscalda la terra (negli ultimi 100 anni e' aumentato del 25%).

Se un giorno l'Amazzonia fosse deforestata totalmente, finirebbero nell'atmosfera piu' di 50 miliardi di di tonnellate di carbonio all'anno. Ci sarebbe una mortalita' massiva di organismi viventi.

Terzo mito

L'Amazzonia come granaio del mondo. Questo pensavano i primi esploratori , tra cui von Humboldt y Bonpland e i pianificatori brasiliani ai tempi della dittatura militare (1964-1983). Non e' cosi'. Le investigazioni hanno dimostrato che “la selva vive di se' stessa” e in gran parte “per se stessa” (cf. Baum, V., Das Ökosystem der tropischen Regeswälder, Giessen 1986, 39).

E' lussureggiante, ma ha un suolo povero di humus. Sembra paradossale. L'ha detto con molta chiarezza il grande specialista in Amazonas Harald Sioli: “la selva cresce realmente sul suolo e non dal suolo” (A Amazônia, Vozes 1985, 60). E spiega: il suolo e' soltanto un supporto fisico di una trama intricata di radici. Le piante si intrecciano e si sostengono reciprocamente dalla base. Si forma un immenso bilancio di equilibrio e ritmo. L'inera selva si muove e danza. Per questo quando una e' abbattuta trascina con se' varie altre.

La selva conserva il suo carattere esuberante perche' esiste una catena chiusa di nutrienti. Sul suolo stanno i materiali in decomposizione, lo strato vegetale di foglie, frutti, piccole radici, escrementi di animali selvatici, il tutto arricchito dall'acqua che sgocciola dalle foglie e dall'acqua che scorre sui tronchi. Non e' il suolo che nutre gli alberi. Sono gli alberi che nutrono il suolo.

Questi due tipi di acqua lavano e trascinano gli escrementi degli animali rampicanti e quelli delle speci maggiori come scimmie macacos, volatili, coatis ecc, cosi' la miriade di insetti il cui habitat e' la cima degli alberi. Esiste anche una enorme quantita' di funghi e un'infinita' di micro-organismi che -assieme ai nutrienti- alimentano le radici.
Attraverso le radici, la sostanza alimentare arriva alle piante, garantendo l'esuberanza estasiante della


Por las raíces, la sustancia alimenticia va a las plantas garantizando la exuberancia della Hiléia amazzonica. Si tratta di un sistema chiuso con un equilibrio complesso e fragile. Qualsiasi deviazione puo' comportare conseguenze disastrose. Normalmente 'humus raggiunge non piu' di 30-40 centimetri di spessore. Con le piogge torrenziale viene sospinto fuori. In poco tempo affiora la sabbia. L'Amazzonia , senza la selva puo' trasformarsi in una savana, persino in un deserto. Per questo l'Amazzonia non potra' mai essere il granaio del mondo, ma continuera' ad essere il tempio della piu' grande bio-diversita'. 
 
Nel 1978, lo specialista dell'Amazzonia Shelton H. Davis, constatava qualcosa che e' valida anche nel 2019: “Adesso si sta sviluppando una guerra silenziosa contro i popoli aborigeni, contro i contadini innocenti e contro l'ecosistema della selva nella conca amazzonica” (Víctimas del milagro, Saar 1978, 202). Fino al 1968 la selva era praticamente intatta. Da allora, con l'introduzione dei grandi progessti idro-elettrici e dell'agrobusiness, ed oggi con l'antiecologismo del governo Bolsonaro, continua la brutalizzazione e la devastazione dell'Amazzonia.

No hay comentarios:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...