Il governo di Bogotà ha deciso l'imposizione della "conmoción interior" -sospensione di varie garanzie costituzionali- come risposta punitiva contro i lavoratori del settore giudiziario, in sciopero da 35 giorni. Le rivendicazioni sono di carattere economico per la categoria, oltre ad esigere maggiori investimenti nell'amministrazione della giustizia che è priva di mezzi e fatiscente.
Uribe dichiara l'emergenza per mettere fine ad un conflitto prettamente sindacale, a cui ha ooposto solo dinieghi e veti. In questo modo, Uribe ha il potere di rimuovere, trasferire, sospendere e sostituire quei giudici -o altro tipo di personale-che valuta essere un ostacolo all'appagamento di una lotta che ha riscosso la simpatia dell'opinione publica colombiana.
L'iniziativa di Uribe è autoritaria e priva di motivazioni giuridiche, pochè lo sciopero si è protratto permanendo sul terreno della legalità, senza violenze di nessun genere.
Da più parti, si fa notare che Uribe approfitterà dello stato di emergenza, anche per rimuovere quei giudici incaricati dei processi contro membri della famiglia presidenziale, accusati di complicità con il narco-paramilitarismo.
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