"Se vuoi fare il martire, ti accontentiamo"
Il foto-giornalista italiano Simone Bruno -che ha spesso collaborato con Selvas.org- con testimonianze tempestive e documentate dalla Colombia, é stato bersagliato da minacce anonime e virulente. Simone Bruno risiede da 5 anni a Bogotá, da dove ha sempre documentato puntualmente gli accadimenti sempre piu' convulsionati della Colombia.
Sul suo computer, ha ricevuto un avvertimento "..comunista di merda ti stai mettendo con forze che ti schiacceranno...se vuoi fare l'eroe ti accontenteremo con molto piacere".
Il lugubre tetso, fa riferimento alla grande mobilitazione degli indigeni della Colombia meridionale che sono in marcia verso Bogotá. Due settimane fa, all'inizio della marcia, Simone Bruno era nel Cauca, a documentare lo storico rissveglio dell'iniziativa di massa dei lavoratori della canna da zucchero in sciopero e dei contadini indigeni.
I corpi speciali della polizia effettuarono un tiro al bersaglio ed ammazzarono 2 manifestanti. Il governo di Bogota' all'inizio nego' qualsiasi responsabilitá poi -di fronte ad un filmato trasmesso da CNN- fece una marcia indietro parziale.
Simone Bruno, peró, aveva gia' inviato alcune foto in cui erano ben visibili i fori dei proiettili che fuoriuscivano dai loro corpi. Cadeva cosí la versione ufficiale: non si trattava di morti dovute a conflitti interni ai manifestanti.
Ora e' arrivata la risposta del coacervo di forze para-mafiose che infestano le istituzioni della Colombia: vogliono fermare Simone Bruno. Nelle ultime settimane, le autoritá hanno espulso vari operatori dell'informazione e personale delle ONG. Non possono piu' tollerare la presenza di testimoni scomodi che informano all'estero.
L'ambasciata colombiana di Roma cerca di tranquillizzare peró non puo' smentire le espulsioni recenti, ne' le gravi minacce di cui sono oggetto gli operatori dell'informazione non commerciale.
2 comentarios:
La mia solidarietà e i miei complimenti al bravissimo Simone Bruno.
Comunque, anche se non voglio dare l'impressione di buttare acqua sul fuoco, vorrei dire che la violenza verbale su Internet dei navigatori colombiani è allucinante. Trova un parallelo solo con quella argentina contro i Kirchner.
E' quindi molto probabile che il mittente del messaggio in questione sia solo un cane che abbaia.
Una storia molto triste, che puó aiutarci a capire perché il giornalismo colombiano sia cosí anestetizzato: chi scrive libero rischi la vita.
Saluti, Doppiafila
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