Sostituire il dollaro con una nuova moneta internazionale, svincolata da ogni singola nazione
Zou Xiaochuan, governatore della Banca centrale della Cina, ha espresso che per riformare il sistema monetario internazionale è necessario creare una " nuova moneta, che non abbia vincoli con nazioni individuali, la cui stabilità è un obiettivo di lunga scadenza". Ha sottolienato che sono necessari nuovi meccanismi di previsione, vigilanza e valutazione per poter "affrontare i rischi dell'attuale sistema".
In vista dell'imminente vertice del G20 a Londra, comiciano a venir calate le carte sul tavolo dei negoziati che dovrebbero approdare alla famosa nuova "architettura finanziaria internazionale", in aperta e conclamata debacle dopo l'evaporazione del dollaro e lo sfarinamento delle Borse.
I cinesi sono consapevoli che bisogna procedere a piccoli passi, che è praticamente impossibile sognare una nuova Bretton Woods o dare una riverniciata al FMI o -alla peggio- creare un suo surrogato che ne faccia le veci.
La Cina dichiara che il dollaro è morto, e che sarebbe già una meta ambiziosa raggiungere un accordo multilaterale per un segno monetario internazionale, però sganciato da ogni "nazione individuale".
Il G20 difficilmente troverà soluzioni "globali": da un lato c'è una discrepanza di fondo tra gli europei e gli Stati Uniti sul ruolo della finanza pubblica e degli Stati nella gestione della de-globalizzazione. In pratica, non coincidono i metodi con cui socializzare i debiti delle banche e delle Borse, nè le modalità e i limiti dell'intervento statale nell'economia.
E poi vi è l'obiezione di fondo dei "non industrializzati" espressa brillantemente dal presidente brasiliano Lula: USA e UE si stanno comportando nel modo opposto a quel che imponevano cinicamente a noi; non applicano a se stessi la ricetta che imposero cinicamente a tutti gli altri.
Il BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) -economie in crescita anche in questo disgraziato 2009- non accetterà con rassegnazione le formule preparate tra Washington e Londra. Le nuove regole del gioco nei rapporti commerciali, monetari ed economici internazionali non potranno più essere scritte solo dai profeti del defunto "nuovo ordine mondiale".
La partita per stabilire la scala dei valori per scambi internazionali più equi è appena agli inizi. La "famiglia occidentale" trasformata in potere finanziario, deve fare i conti con le aree dove hanno esiliato i loro apparati produttivi, e con il polo in ascesa dei fornitori di materie prime, energetiche e strategiche, e di alimenti e biodiversità.
Per ora, i cinesi chiedono una nuova moneta che rimpiazzi il dollaro, e che non abbia alcun vincolo con nessuna nazione.
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