Clara Ferri
In questi giorni il parlamento messicano discute per la prima volta la possibilità di legalizzare le droghe leggere, nella fattispecie la marihuana. Un fatto quasi del tutto inedito, se si pensa che fino ad ora questo tema era assolutamente tabù, forse per l’intransigenza in materia del vicino del Nord o per il peso schiacciante del moralismo cattolico e ipocrita, che nega l’evidenza dell’uso sempre più massiccio delle droghe anche tra popolazione locale e dice poco o nulla riguardo alle cifre di morti annuali per alcoolismo.
In questi giorni il parlamento messicano discute per la prima volta la possibilità di legalizzare le droghe leggere, nella fattispecie la marihuana. Un fatto quasi del tutto inedito, se si pensa che fino ad ora questo tema era assolutamente tabù, forse per l’intransigenza in materia del vicino del Nord o per il peso schiacciante del moralismo cattolico e ipocrita, che nega l’evidenza dell’uso sempre più massiccio delle droghe anche tra popolazione locale e dice poco o nulla riguardo alle cifre di morti annuali per alcoolismo.
In passato, le uniche iniziative indirizzate verso la legalizzazione erano state molto timide: nel 2001, l’allora governatore di centrosinistra dello Stato di Zacatecas, Ricardo Monreal, propose la depenalizzazione della Cannabis nel proprio stato, ma l’iniziativa non prosperò.
Nel 2003 l’allora Procuratore di Giustizia del Distretto Federale (Città del Messico) propose la depenalizzazione delle droghe all’interno delle carceri, dato che si trattava di una realtà innegabile e impossibile da controllare, che dava carta bianca a guardie e prigionieri dediti al commercio di stupefacenti.
Anche in questo caso, non si fecero attendere le opinioni contrarie, timorose che l’iniziativa potesse creare un antecedente per la società. Nell’ottobre scorso, il deputato di centrosinistra René Arce ha presentato un’iniziativa di legge per la depenalizzazione della marihuana, che ha poi propiziato il foro parlamentare di discussione di questi giorni, dove sono intervenuti esperti in materia proveniente da tutto il mondo.
In un paese totalmente in preda a una guerra civile tra diversi cartelli della droga e tra loro e lo Stato, l’eventuale depenalizzazione della marihuana potrebbe essere cruciale per sottrarre di netto una buona fetta di mercato al narcotraffico: secondo dati del Dipartimento di Stato americano, infatti, nel 2008 sono state prodotte più di 45 mila tonnellate di Cannabis, di cui il 35% in Nord America.
I proventi del traffico di stupefacenti dei cartelli messicani ascendono a 13,8 milioni di dollari, di cui il 61% (8,5 milioni di dollari) dalla vendita di marihuana.
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