miércoles, 7 de julio de 2010

Nuvole tempestose sull'Iran


Noam Chomsky
traduzione www.vocidallastrada.com
La grave minaccia all’Iran è la più seria crisi politica estera che l’amministrazione Obama affronta. Il Congresso ha indurito le sanzioni contro questo paese, castigando più severamente le aziende estere che realizzano affari lì. L’Amministrazione ha esteso la capacità offensiva degli USA nell’isola africana Diego Garcia, reclamata dal Regno Unito, che aveva espulso la popolazione in modo che gli USA potessero costruire una grande base per attaccare Medio Oriente e l’Asia Centrale.

La Marina statunitense ha informato dell’invio di un equipaggio all’isola per appoggiare i sottomarini dotati di missili Tomahawk, che possono trasportare testate nucleari. Secondo la relazione da parte della Marina che il Sunday Herald ha ottenuto, da Glasgow, l’equipaggio militare include 387 distruttori di bunker per far esplodere strutture sotterranee rinforzate. “Stanno attivando l’ingranaggio per distruggere l’Iran” ha detto a questo giornale il direttore del Centro di Studi Internazionali e della Diplomazia dell’Università di Londra, Dan Plesch. “I bombardieri e i missili di lungo raggio degli USA sono preparati per distruggere 10.000 obiettivi, in Iran, in poche ore”.

La stampa araba informa che una flotta statunitense (con una nave israeliana) è passata dal Canale di Suez verso il Golfo del Persico, dove la sua missione consiste nell’ “applicare le sanzioni contro l’Iran e supervisionare le navi che entrano ed escono dal paese”. Mass media britannici ed israeliani informano che l’Arabia Saudita sta fornendo un corridoio per un eventuale bombardamento israeliano sull’Iran (cosa che gli arabi negano). Al suo ritorno da una visita in Afghanistan, per tranquillizzare i suoi alleati della NATO dopo le dimissioni del generale Stanley McChrystal, l’ammiraglio Micheal Mullen, massimo responsabile della Giunta dei Capi dello Stato Maggiore, ha visitato Israele per incontrarsi con il capo di Stato Maggiore delle Forze della Difesa israeliana, Gabi Ashkenazi, e continuare un dialogo strategico annuale.

La riunione si è centrata sulla “preparazione d’Israele e gli USA di fronte alla possibilità di un’Iran con capacità nucleare”, secondo il giornale Haaretz, che ha informato inoltre che Mullen aveva enfatizzato: “Cerco sempre di vedere le sfide dalla prospettiva israeliana”. Alcuni analisti descrivono la minaccia iraniana in termini apocalittici. “Gli USA dovranno scontrarsi con l' Iran o consegnare il Medio Oriente”, avverte Amitai Etzioni. Se il programma nucleare iraniano si concretizza, dice, la Turchia, Arabia Saudita ed altri Stati, si “muoveranno” verso la nuova “superpotenza” iraniana. In una retorica meno fervente questo significa che potrebbe prendere forma una nuova alleanza regionale indipendente dagli Stati Uniti.

Nel giornale dell’Esercito statunitense Military Review, Etzioni urge agli USA un attacco non solo contro le installazioni nucleari dell’Iran, ma anche contro i suoi militari attivi non nucleari, includendo infrastrutture- cioè società civile. “Questo tipo di azione militare è simile alle sanzioni: causano danno con lo scopo di far cambiare condotta, anche se attraverso mezzi più potenti”, scrive. Un riesame autorevole sulla minaccia iraniana è offerto da una relazione del Dipartimento della Difesa USA presentato al Congresso lo scorso aprile. La spesa militare dell’Iran è "relativamente bassa rispetto al resto della regione".

La dottrina militare iraniana è strettamente “difensiva (…) disegnata per ritardare un’invasione e forzare una soluzione diplomatica delle ostilità”. Segnala inoltre che “il programma nucleare dell’Iran e la sua volontà di mantenere aperta la possibilità di sviluppare armi nucleari (sono) una parte centrale nella sua strategia dissuasiva”. Per Washington, la capacità dissuasiva dell’Iran è un esercizio illegittimo di sovranità che interferisce con i progetti globali degli USA. Concretamente, si minaccia il controllo statunitense delle risorse energetiche del Medio Oriente. Ma la minaccia dell’Iran va oltre il dissenso.

Teheran sta cercando anche di estendere la sua influenza nella regione, cosa che è vista come un fattore di “destabilizzazione”, presumibilmente in contrasto con la “stabilizzante” invasione e occupazione militare statunitense dei vicini dell’Iran. Al di là di questi crimini- continua il documento del Pentagono- l’Iran sta appoggiando il terrorismo con il suo sostegno ad Hezbollah e Hamas, le maggiori forze politiche nel Libano e Palestina (se contano le elezioni).

Il modello di democrazia del mondo musulmano, nonostante i suoi seri difetti, è la Turchia, che ha elezioni relativamente libere. L’Amministrazione Obama si è indignata quando la Turchia si è unita al Brasile in cerca di un accordo con l’Iran perché diminuisse il suo arricchimento di uranio. Gli Stati Uniti hanno smantellato l’accordo velocemente promuovendo una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU con nuove sanzioni contro l’Iran, così carenti di senso che la Cina l’ha sostenuto allegramente e immediatamente, considerando che, al massimo, avrebbero impedito agli interessi occidentali di competere con la Cina per le risorse iraniane.

In modo per nulla sorprendente, la Turchia (come il Brasile) votarono contro l’iniziativa degli USA. L’altro membro regionale, il Libano, si è astenuto. Questi atti hanno provocato ancor più stupore a Washington. Philip Gordon, il diplomatico con la carica maggiore nell’Amministrazione Obama in questione europee, ha avvertito la Turchia che le sue azioni non sono comprese negli USA e che dovrebbe mostrare il “suo impegno di partner dell’Occidente”, secondo quanto riportato dall' Associated Press. Un raro ammonimento ad un alleato cruciale della NATO. La classe politica lo capisce anche in questo modo.

Steven A. Cook, un esperto del Consiglio delle Relazioni Estere, sostiene che la domanda critica è: “Come mantenere i turchi in carreggiata?”cioè, seguendo gli ordini come buoni democratici. Non c’è segnale che altri paesi della regione favoriscano le sanzioni promosse dagli USA più di quanto lo faccia la Turchia. Il Pakistan e l’Iran, riuniti ad Ankara, hanno firmato da poco un accordo per un nuovo gasdotto. Più preoccupante per gli USA è che l’oleodotto possa estendersi fino all’India. Il Trattato del 2008 degli USA con l’India, appoggiando i suoi programmi nucleari, pretende di evitare che questo paese si unisca al gasdotto, come segnala Moeed Yusuf, un assessore in temi sud asiatici dell’Istituto della Pace degli USA.

L’India ed il Pakistan sono due delle tre potenze nucleari che hanno rifiutato di firmare il Trattato di Non Proliferazione Nucleare. Israele è il terzo. Tutti loro hanno sviluppato armi nucleari con l’appoggio degli USA e continuano a farlo.
Nessuna persona sana di mente vuole che l’Iran, o qualsiasi paese, sviluppi armi nucleari. Un modo ovvio di mitigare o eliminare questa minaccia consiste nello stabilire una zona libera di armi nucleari in Medio Oriente. Questo fatto è venuto fuori (di nuovo) nella conferenza del TNP nelle Nazioni Unite all'inizio del maggio scorso. L’Egitto, come presidente del Movimento dei Non Allineati- integrato da 118 paesi- ha proposto che la conferenza sostenesse un piano per ri-iniziare le trattative nel 2011 per un Medio Oriente libero da armi nucleari, così come era stato accordato dall’Occidente, incluso gli USA, nella conferenza TNP del 1995. Washington è ancora formalmente dentro l’accordo, ma insiste sul fatto che Israele sia essente e non ha dato nessun indizio di permettere che le condizioni del patto si applichino agli USA.

Invece di adottare misure concrete verso la riduzione della minaccia agghiacciante di proliferazione nucleare in Iran o altrove, gli USA si stanno muovendo per rinforzare il controllo nelle regioni vitali produttrici di petrolio, del Medio Oriente, in modo violento se per altre vie non ottiene il successo.

Fonte: http://blogs.publico.es/noam-chomsky/10/nubes-de-tormenta-sobre-iran/ N.d.E I link ad articoli nella presente traduzione sono stati aggiunti da Voci Dalla Strada e non presenti nell'articolo originale.
Tradotto e segnalato per Voci Dalla Strada da VANESA

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