Globalismo o sovranità energetica nazionale? - Bile antirussa - ENI succube di Gazprom? Ohibó...
Rodolfo Ricci
www.emigrazione-notizie.orgMilena Gabanelli, sotto l’alibi della trasparenza, passpartou per ogni evenienza, si improvvisa analista strategica e fa il megafono ai sostenitori del gasdotto Nabucco, contro il South Stream, realizzato in accordo tra Russia e paesi consumatori.
Il servizio, “Aggiornamenti sulla via del Gas”, (la prima trasmissione era andata in onda nel maggio del 2007) è un vero esempio di falsità e di propaganda anti Russia e pro Usa, confezionato da Giorgio Fornoni, all’interno di un contenitore (Report), che si è guadagnato negli anni diversi titoli di giornalismo autonomo e autorevole. Quindi, chi ha visto il servizio
di ieri sera, 5 giugno, dedurrà che le cose che vi sono dette siano ben fondate.
Vi si sostiene, in sostanza, che l’Eni è collusa – o succube - di Gazprom, che vi sono rapporti privilegiati (e dondati su interessi privati) tra Berlusconi e Putin, perché si sta ormai optando per il gasdotto South Stream anziché per il Nabucco (progetto fortemente sponsorizzato da Usa e UK).
L’oggetto del contendere è in realtà il tragitto dei due gasdotti: Il South Stream passerebbe direttamente dalla Russia, attraverso il Mar Nero, per rientrare in Europa attravero i balcani del sud,(Bulgaria, Macedonie a Albania) e sboccando in Italia attraverso la Puglia.
Il Nabucco, invece, avrebbe veicolato gas dei paesi centro asiatici (in particolare dal Kasakistan), attraversando Azerbaijan, Georgia, Turchia, Grecia e anch’esso sarebbe sboccato in Puglia.
Senza fornire questi "dettagli", nel servizio si dice che la prima soluzione darebbe troppo potere alla Russia nel controllo del gasdotto, poiché, in sintesi, giungerebbe più direttamente in Italia - e non più, come abbiamo visto fino a qualche anno fa, attravero Ucraina o Polonia -, evitando così poteri di interdizione (chiusura del flusso del gas) a cui abbiamo già assistito.
In realtà, per forza di cose, il South Stream, dopo aver attraversato il Mar Nero, alcuni paesi li deve attraversare: si tratta, come detto, di Bulgaria, Macedonia ed Albania. Ma evidentemente, secondo il servizio, questi paesi garantirebbero di meno l’Italia rispetto alla Georgia e alla Turchia. Perché ? come è possibile che l’Albania dia meno garanzie della Georgia ?
La tesi è cioè che, non avendo più tra le scatole l’Ucraina (per quanto riguarda il gas che giunge a noi), la Russia acquisirebbe un eccessivo potere di controllo del “suo gas”. Bisogna frapporre qualche altro paese più solidamente “occidentale”.
Quindi, sarebbe preferibile il Nabucco, perché dovrebbe attraversare Georgia (nemica giurata della Russia e grande alleata di Israele) e la Turchia, grande paese cardine della Nato …
Ora, dal punto di vista strettamente nazionale, non si capisce perché il nostro paese dovrebbe essere più tutelato se nel tragitto del gas vi siano altri paesi che all’occorrenza possono interrompere il flusso del gas (chi darebbe l’ordine, in questo caso ?), anziché un rapporto più diretto -e meno condizionato da terzi- con l’erogatore, la Russia, il forziere del gas del futuro.
Infatti il servizio si guarda bene dallo spiegarlo.
Viene invece illustrato molto di sfuggita il fatto che a nord, è già in ultimazione il nuovo gasdotto North Stream, che collega direttamente la Russia, attraverso il Mar Baltico, con la Germania, senza alcun altro paese (né Estonia, né Lettonia, né Lituania, né Polonia) a interporsi sul suo tragitto.
Ma qui si sorvola, accennando solo al rapporto privilegiato di Shroeder, l’ex cancelliere socialdemocratico tedesco che siede nel consiglio di Gazprom, lasciando intendere anche stavolta, che vi siano rapporti privilegiati e personali alla base di queste scelte. Ma in realtà, Shroeder, nel Cda di Gazprom, rappresenta la Germania.
Varrebbe invece la pena di approfondire il rapporto diretto russo-tedesco sul versante energetico, perché potrebbe portare a conclusioni molto interessanti: per esempio che la Germania si è emancipata dal controllo anglosassone e sta costruendo una sua politica energetica autonoma e indipendente, rafforzata anche dall’enorme sviluppo delle rinnovabili che, da sole, entro il 2050 garantiranno oltre il 50% del suo fabbisogno.
Ma ovviamente, Report si guarda bene dal farlo, poiché, altrimenti, utilizzando lo stesso metro interpretativo, si potrebbe concludere che intorno alla scelta tra South Stream e Nabucco, è in realtà in gioco l’indipendenza energetica dell’Italia da Inghilterra e Stati Uniti (che notoriamente non possono vendere gas al nostro paese perché non ce l’hanno).
Usa e Inghilterra non essendo riusciti ad ostacolare l’accordo russo-tedesco, stanno cioè giocando tutte le loro carte per ostacolare quello russo-italiano, che farebbe dell’Italia un paese autosufficiente, senza dover chiedere loro lasciapassare e nullaosta.
Anche la guerra in Libia, tra le diverse chiavi di lettura, ne contempla una analoga, con l’aggiunta, in questo caso, di una Francia, che per la sua collocazione geografica in rapporto alla Russia e all’oriente da cui è stata relativamente emarginata con la guerra in Iraq, deve aprirsi altri spazi di approvvigionamento gasifero e petrolifero.
Insomma la nuova pratica imperialista deve convincere i popoli che a decidere sulle energie possono essere solo alcuni: ovviamente, e come sempre, non i produttori, ma neanche i consumatori, a meno che non si chiamino Stati Uniti o Gran Bretagna.
Giochi globali quindi, e molto pericolosi, il cui esito determinerà il futuro e in particolare l’autonomia ovvero la sudditanza del nostro paese.
E rispetto ai quali, le strategie di comunicazione superano gli antichi steccati: per essere credibili soprattutto al popolo di sinistra, bisogna far dire ciò che piace agli anglosassoni, a soggetti ritenuti rigorosi e autorevoli (meglio se "di sinistra"): in questo caso Report, new entry nel mainstrem geo-strategico, fa da pappagallo all’Ambiasciata Usa, secondo la nuova linea editoriale che si va consolidando sulla terza rete televisiva e in cui eccelle già da un po’ di tempo la nuova gestione del TG-3
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