viernes, 16 de marzo de 2012

Argentina sanzionerà compagnie petrolifere che operassero nelle Malvine

L'Argentina perseguirà penalmente e chiederà risarcimenti alle multinazionali petrolifere che cominceranno a trivellare la zona marattima delle isole Malvine. Le concessioni effettuate nell'area insulare dell'Atlantico meridionale a ridosso dell'Argentina -distante 15mila chilometri dal regno britannico- sono illegali. Londra agisce come potenza coloniale, ignorando le risoluzioni dell'ONU che ingiungono una soluzione negoziata. Sempre accettata da Buenos Aires ma ignorata dagli inglesi. L'arcipelago delle Malvine non è una colonia, ha sempre ribadito l'Argentina, che ora passa dalla diplomazia delle petizioni di principio ad una manifestamente rivendicativa, fatta di azioni concrete. Dopo la provocatoria visita del principino Harry e l'invio di unità navali
militari, il conflitto si è acutizzato e Buenos Aires -forte del consenso regionale sudamericano- ha proibito alle imbarcazioni battenti bandiera inglese fare scalo nei suoi porti. Misura fatta propria anche dall'Uruguay.

Ora c'è l'avvertimento alle compagnie petrolifere che le concessioni rilasciate da Londra sono illegali, unilaterali, perchè travalicano la giurisdizione territoriale di sua competenza. Ed agirà penalmente contro quelle banche che finanziassero o contribuissero in qualsiasi modo a quel che viene considerato "neo-colonialismo finanziario".
La questione delle Malvine non è affatto un anacronistico nazionalismo o un inerte retaggio della storia coloniale inglese. Si tratta di un'area di grande valore strategico per la presenza di voluminosi giacimenti di idrocarburi, nonchè una piattaforma geo-politica per la conquista e spartizione dell'Antartide, nuova frontiera per l'espamsionismo dei Paesi industrializzati Altamente Indebitati (PIAI). Sarebbe una base operativa ideale per la proiezione verso lwe ricchezze inesploarate del polo sud.

L'Atlantico meridionale è oggi una zona di pace, demilitarizzata e denuclearizzata, che si avvia verso un periodo di conflittualità per le pretese esorbitanti di un Regno Unito in fase calante -lumaca che si rintana nel guscio della NATO- abbarbicato disperatamente al suo triste passato. L'UNASUR e gli altri organismi regionali sono decisi ad evitarlo ad ogni costo. L'Unione Europea, la Nato e gli USA si potrebbero trovare di fronte ad una scelta ultimativa: se si schierano con la corona inglese, guasteranno  significativamente le relazioni con il blocco sudamericano e il BRIC. E la prima vittima designata sarà l'Organizzazione degli Stati Americani (OEA) -la creatura prediletta degli USA per il controllo emisferico- destinata a imlodere su questa mina vagante.

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