Homs liberata - Sconfitti gli USA, vassalli d'Europa e petromonarchi arabi - Prendere Damasco manu militari è stato impossibile - Più lontano il cammino che porta a Teheran
La città di Homs, roccaforte delle milizie armate che gli Obama, Sarkozy ed il resto della compagnia vassallatica occidentale voleva rifornire di armi più letali, è stata liberata dall'esercito siriano. Accolto con soddisfazione dalla popolazione rimasta in balia dei qaedisti. Le immagini della folla festante non arriveranno mai sugli schermi del complesso militar-mediatico atlantista. Una secca battuta d'arresto per coloro che han cercato frettolosamente di rieditare la "sceneggiatura" utilizzata per la Libia. Ricordate i "pacifici" dimostranti di Bengasi bombardati dal tiranno
locale? Ricordate le "fosse a cielo aperto" e i "containers di viagra"? La Bengasi siriana si chiama Homs, ma l'epilogo è stato totalmente diverso.Dapprima il veto, poi l'azione di interdizione multidimensionale della Cina e Russia, hanno fatto abortire il cambio forzato di governo in Siria. Ancora un volta, l'obiettivo dell'allenza USA-UE-petromonarchi-qaedisti, aveva per bersaglio un Paese arabo, laico, multietnico, multireligioso e con un'economia parzialmente pubblica, cioè non sufficientemente "aperta" a Wall street e alla City.
Ban Ki-moon, il saltimbanco della "nuova ONU", ora che le formazioni terroriste sono in sbandata, si sbraccia per "aprire corridoi umanitari" e per "far arrivare aiuti umanitari".
E' lo stesso personaggio che si oppose all'invio di delegazioni internazionali esplorative, per tentare mediazioni o negoziati. Sia in Libia che in Siria, si è trasformato in un ripetitore automatico delle "verità" fabbricate dal complesso militar-mediatico.
Il saltimbanco sudcoreano, non si cura più di salvare neppure le apparenze di pompiere: è un volgare incendiario. Per recuperare un minimo di credibilità, non gli è restato che delegare all'ex segretario ONU Kofi Annan la ricerca di una soluzione concordata tra le parti in conflitto. Ora che Assad ha neutralizzato i kamikaze ed ha messo le mani sugli istruttori militari francesi e inglesi, inviati ad addestrali, forse la strada è meno irta di ostacoli. Prendere Damasco manu militari è stato impossibile, ma rimane in piedi la feroce guerra economica degli embarghi e sanzioni che attentano direttamente conro la popolazione civile. In ogni caso, la Siria rimane un ostacolo poderoso sulla via di Teheran. Ostacolo di cui è fallita la rimozione.
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