Porte chiuse al Brasile, Argentina, Uruguay, Cuba e Venezuela
L'Unione Europea (UE), ha escluso 89 Parsi dal sistema di "preferenze generallizzate" (SPG). Dal 1 dicembre del 2014, con una decisione di evidente carattere protezionista, l'UE chiude il suo spazio ai prodotti provenienti dal Brasile, Argentina, Uruguay, Cuba e Venezuela perchè -a suo giudizio- sarebbero economie emergenti, ormai chiaramente emergenti. Si tratta di una mezza verità, applicabile ad alcuni di questi Paesi sudamericani, però soprprende non poco -per esempio- che l'economia cubana,
costantemente fatta segno di accuse di "ritardo e sottosviluppo", in questa risoluzione venga accomunata a quelle emergenti.
Il venezuelano Rodrigo Cabeza, presidente del Parlamento latinoamericano, ha detto che la grave crisi in cui versa l'Europa la sta sospingendo verso il "..ritorno a politiche protezioniste dei mercati". L'accordo SPG permetteva l'accesso di manufatti e prodotti agricoli a 176 Paesi in via di sviluppo.
La sterzata protezionista in corso nell'UE, viene vista da altri osservatori, come una "risposta politica" contro i governi di quei Paesi che " hanno deciso politiche per difendere la sovranità e l'indipendenza". Brasile, Argentina, Uruguay e Venezuela sono diretti da governi di sinistra che hanno messo dei paletti evidenti al FMI e Banca Mondiale. "Bisogna rispondere con forza" dice Xoan Noya "l'UE sappia che non rimarremo con le mani in mano".
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