“La linea” piove dall'alto come nemmeno nel “blocco sovietico” del secolo scorso.
E per farlo capire a tutti, Olli Rehn – commissario europeo agli affari monetari, finlandese e “falco” neoliberista – ha ribadito le sue prescrizioni all'Italia. «L'Italia
deve usare la maggiore stabilità politica per lanciare progetti come le
privatizzazioni e gli ulteriori
miglioramenti sul mercato del lavoro
per aumentare la competitività». L'ha fatto non a caso dal vertice
di Davos, in Svizzera, dove i decision maker di tutto il mondo svolgono
il consueto brainstorming annuale per vedere come regolare i business
comuni – e conflittuali, non va mai dimenticato – per l'anno che si è
aperto. Ma non ce n'è stato soltato per la derelitta italietta. «L'Italia
come la Francia ha accusato un'erosione delle sue quote di mercato
negli ultimi dieci anni. C'è una chiara necessità che aumentino la
competitività sia in termini di costo del lavoro che di mercato dei
prodotti».
C'è da dire che si
tratta di una caduta di stile, visto che il governo Letta aveva deciso
proprio il giorno prima di mettere sul mercato il 40% di Poste, aprendo così la strada alla privatizzazione-distruzione di una cassaforte (da lì vengono i soldi della Cassa Depositi e Prestiti) che conserva i risparmi di milioni di cittadini,
specie quelli meno abbienti. Sui “miglioramenti del mercato del lavoro”
- notate la delicatezza linguistica che deve nascondere la realtà
brutale della regolamentazione forsennata, abolendo diritti, garanzie,
livelli salariali del lavoro dipendente – quel che non è stato ancora
fatto sarà certamente contenuto nel “jobs act” del piccolo duce di
Firenze.
Al centro dei
ragionamenti dell'ultima giornata di convegno c'era del resto il tema
della “competitività europea”. L'Italia è risultata al 49° nella
speciale classifica sul 2013 stilata dal World Economic Forum sulla
competitività mondiale, con una perdita di ben sette posizioni rispetto
all'anno precedente. Quando si dice che le ricette proposte dalla Troika
(Bce, Ue, Fmi) affossano un paese, insomma, si dice la pura e semplice
verità.
Fonte:contropiano.org
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