GIU' LE MANI ! LA SOVRANITA' APPARTIENE AI POPOLI, NON ALLE BANCHE
Marcello Foa Scandalosa perché non spetta al presidente di un istituto finanziario, che viene nominato e gestito secondo principi che non sono democratici, pretendere da Paesi democratici la cessione di sovranità. Non spetta in nessun caso né a Draghi né a esponenti della Bce o dell’establishment di Bruxelles pretendere un gesto assoluto che sovverte i principi delle nostre democrazie. Equivale a evocare un golpe e l’occupazione (non militare ma per il tramite forse ancor più potente della finanza) di Paesi basati sulla sovranità
Ma come si permette il signor Draghi?
Illuminante per due ragioni. La prima, come ha titolato
ilgiornale.it, Draghi e le élite a cui egli appartiene hanno gettato la
maschera: la cessione definitiva e irrevocabile della sovranità
nazionale è – da sempre – uno dei loro obiettivi, che fino ad oggi però
non avevano mai ammesso apertamente. Ora hanno dichiarato le loro
intenzioni che sono inquietanti: vogliono privare i popoli europei dei
propri diritti fondamentali e sottometterli a una dittatura
tecnocratica, E’ giusto? E’ accettabile? Davvero interi popoli devono
chinarsi – e per di più sentendosi in colpa – di fronte a questa élite
autonominatasi? O sono solo io a vedere il pericolo?
La seconda ragione è più sottile. Il discorso di Draghi, subito
sottoscritto dal mirabolante premier Renzi, è il seguente, L’Italia è in
questo stato perché non ha fatto i compiti, dunque oggi merita di
essere punita. La verità, come spiegato benissimo da Alberto Bagnai e da
altri economisti sia di destra che di sinistra, è esattamente opposta:
l’Italia è in queste condizioni di declino strutturale perché da oltre
un decennio ha adattato la propria economia a regole – i parametri di
Maastricht – e accolto amorevoli “diktat” – ispirati dalla Troika – che
sono, riguardo ai fondamentali economici, insensati e del tutto
controproducenti per il tessuto economico italiano, come per quello
della maggior parte dei Paesi europei tranne la Germania.
fonte: blog FOA
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