Attualizzano la scarsità programmata che ebbe successo in Cile contro Allende
Tito Pulsinelli La
decennale aggressione sistematica, sconfinata nel terrorismo mediatico
contro il governo di Caracas, si è ormai trasformata in attacco
deliberato contro le genti del Venezuela. Se si esclude l'accusa di
cannibalismo, tutto il resto del repertorio dei veleni e degli
anatemi è stato profusamente cosparso e irrigato nelle menti dal latifondo
mediatico, facente capo al triangolo Miami-New York-Madrid. Senza
ritegno, con sprezzo assoluto del senso del ridicolo, per tacere del rispetto formale del reale o almeno del “verosimile”.
La
chiusura per ferie di una famosa gelateria di una città delle Ande
venezuelane è stata sparata in prima pagina dal quotidiano El
Paìs di Madrid, che l'ha attribuita alla carestia di latte. A
fine novembre, gli epigoni della gazzetta iberica scrissero che il
governo di Caracas aveva venduto per un pugno di dollari un isolotto
dei
Caraibi alla Cina. Perchè? Per evitare un imminente crollo
dell'economia e la proclamazione urbi et orbi del sospirato
“default”. Divenuto paradossalmente la torre di Pisa degli
“analisti” un tanto al pezzo.
La
loquacità a bischero sciolto dei media occidentali, però, a volte
diventa silenzio sepolcrale e poi omertà, quando ci sono fatti che disvelano il carattere propagandistico del panorama che
tracciano del Venezuela. Ora sono arrivati agli effetti speciali e usano le
tinte forti: manca latte, scarseggiano alimenti, code chilometriche
per la carta igienica, deficienza calorica, e a breve parleranno
di....sottoalimentazione (sic). Si tratta di scarsità programmata, opera artificiale della
grande distribuzione commerciale privata. E' il frutto
deliberatamente bacato dalla rete conformata da concessionari
esclusivi aggruppati in poche strutture monopoliste.
Le
autorità hanno rinvenuto mercanzie della multinazionale
Procter&Gamble immagazzinata nei capannoni della Herrera
AC in otto regioni, distributore (1) in esclusiva su tutto
il territorio nazionale dei prodotti di igiene personale e
domestica. In pratica, un monopolio privato che commercializza la produzione
di un altro monopolio privato internazionale, entrambi interessati alla massima
speculazione fisiologicamente tollerabile, persino con la farina di mais. Nei capannoni era stivata
tutta la produzione dal mese di settembre in poi. Da cinque mesi non riforniscono con regolarità il mercato.
Persino i pannolini per i bimbi e vari medicinali erano introvabili,
se non a prezzi esorbitanti e code fuori del comune.
Nel
consiglio di amministrazione di Herrera CA siede un'alta esponente del partito golpista Voluntad Popular dell'incarcerato
Leopoldo Lopez, imputato per i disordini del febbraio-giugno
dell'anno scorso che costarono la vita a 43 persone. Dal carcere
continua a dirigere le 72 imprese di distribuzione con carattere di
esclusività concesse dai nordamericani, di cui lui e famiglia sono
soci.
Evidenzia
il vincolo di interessi oscuri e incoffessabili tra
multinazionali USA e una borghesia “compradora” accattona, senza
volontà o capacità di produrre, sempre subalterna e ridotta a
formare “cartelli”. Mai protagonisti di qualche tipo di
industrializzazione, sempre ignari di ogni tipo di rivoluzione tecnologica. Preferiscono stringere patti con le multinazionali che sono in realtà alleanze
politiche ed economiche, e finiscono per agire sempre più da quinta
colonna consapevole. Prima di Chàvez, questi yes-man genetici si erano
fatti gabbare dagli “amici” del nord quando stabilirono che
il petrolio della maggior riserva del mondo era “bituminoso”,
quasi un catrame di scarsissimo valore.
Alla stregua di concubine svalutate si piegano alle loro esigenze geopolitiche immediatiste, e mettono senza scrupolo
a soqquadro la rete logistica e l'ordine dei rifornimenti alla
popolazione.
Pìù
speculano più arricchiscono e più si sentono “liberali”,
ricevendo gli applausi di CNN, El Paìs, la coorte di ONG
finanziate da Soros o consociate con Washington. Paladini immaginari della libertà nei paesii che non possono controllare a
piacimento. E' in corso un piano per riattualizzare la scarsità
programmata che ebbe successo in Cile. Provocò il colpo di Stato contro
Allende, e in questa fase punta alla deliberata nevrotizzazione dei
venezuelani. Prendere le distanze dal governo, mettere a un lato la
rivoluzione bolivariana, o soffrire conseguenze più severe
Nel 2014 è morto il mito del libero commercio, liquidato dagli Stati Uniti che hanno imboccato con decisione la strada della guerra economica come arma geopolitica d'assalto. Boicottaggio, sanzioni, controsanzioni, blocco commerciale, braccio di ferro monetario, rappresaglie commerciali sono il corollario di questo inasprimento della guerra (non-ancora militare) tra occidente e l'area BRICS.
Il Sudamerica non fa eccezione, tutti ricordano l'attacco frontale contro l'Argentina decretato da un giudice della
Corta suprema degli Stati Uniti, che ingiunse al governo di Buenos
Aires la resa incondizionale agli usurai dei “fondi avvoltoio”; in pratica consegnare la sua riserva monetaria. Fece seguito immediato
l'ingiunzione di stile mafioso da parte della Exxon
Mobil al Venezuela, che pretendeva ben 12 miliardi di dollari come “prezzo
giusto” per la nazionalizzazione subita e risarcita. Entrambi gli assalti
fallirono, però lo scontro continua, ora con il decisivo sostegno finanziario della Cina. Ha dato un credito per 250 miliardi di dollari alla regione, 20 miliardi al Venezuela e 4 all'Ecuador.
Si fa irta e incerta la meta del default forzoso desiderato a New York e sostenuto da tutti i guardaspalle mediatici.
(1)
Kellog’s, Nestlé, General Mills, Avelcasa y Pfizer,
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Kellog’s, Nestlé, General Mills, Avelcasa y Pfizer,
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