Juan Manuel Karg Molte delle note e degli articoli relativi alla recente morte dello scrittore uruguayano Eduardo Galeano in risalto in questo momento mettono la sua estesa opera letteraria, fondamentalmente per quanto riguarda quel magnifico libro intitolato “Le Vene Aperte dell’America Latina”, che è servito per spiegare, sempre in modo molto pedagogico, lo sfruttamento a cui è stato sottoposto da secoli il nostro continente. Il motivo di questo articolo, allora, ha lo scopo di connettersi con la sua opera più conosciuta internazionalmente: rendere conto delle ultime “avventure politiche” di Eduardo, sempre in sintonia con un punto
di vista particolare della regione e del mondo, che ha saputo mettere bene in risalto con detti, lettere e frasi, ma anche con fatti concreti. Vediamo:
1. Galeano ha saputo vedere a livello continentale le resistenze al neoliberismo, e ha anche appoggiato, nell’ultimo decennio e mezzo, quelle amministrazioni che hanno rappresentato delle esperienze post-neoliberiste.
La sua simpatia verso lo zapatismo nei 90’, come uno dei movimenti che durante quegli anni si è apertamente opposto nella regione ai Trattati di Libero Commercio, può dar ben conto di un momento di resistenza alla situazione che viveva l’America Latina, dopo la terra bruciata del neoliberismo e una presunta “fine delle ideologie” che l’uruguayano ha totalmente contestato. Nonostante ciò, lontano da una possibile prospettiva autonomista, l’apparizione nella regione di un insieme di governi post-neoliberisti lo illuse: lì sono le sue diverse riflessioni sulla Rivoluzione Bolivariana, il suo affetto per la Bolivia di Evo e le sue trasformazioni economiche e sociali, il suo ricordo di Néstor Kirchner dopo la morte dell’ex presidente argentino, con la frase “sarà un fuoco difficile da spegnere”, e la sua rivendicazione della “dignità e solidarietà” di Cuba.
2. Hugo Chávez ha riportato Galeano in primo piano nel 2009, quando a Trinidad e Tobago regalò ad Obama “Le Vene Aperte dell’America Latina”.
Nelle ultime ore l’immagine è tornata a circolare nelle reti sociali: in quella si vede un gioviale Hugo Chávez che offre la leggendaria opera di Galeano ad Obama, durante la Riunione delle Americhe realizzata nel 2009 a Puerto España. Non era da meno: si trattava della prima riunione di questo organismo dopo la tonante sconfitta diplomatica nordamericana del 2005 a Mar della Plata, quando lo stesso Chávez, insieme a Lula e allo stesso Kirchner, imposero quel celebre “Alca, Alcarajo”. Quello “scherzo” con un forte contenuto politico strappò le risate dei presenti, in particolare di Hillary Clinton, Cristina Fernández e Rafael Correa. Ma significò, al di là della scena in sé, una storica rivendicazione dei popoli del Sud: una spiegazione concreta delle precedenti sottomissioni, ma anche di resistenza della regione.
3. Mesi prima di morire, Galeano ha appoggiato la storica richiesta di uno sbocco al mare per la Bolivia.
È stato il 26 febbraio 2015, quando alcune ore prima di una visita ufficiale a José Mujica a Montevideo, Evo Morales lo ha visitato nella sua casa di Montevideo, per condividere una colazione. Lì il presidente boliviano, che ha avuto rapporti diretti con Galeano fino ai suoi ultimi giorni, regalò allo scrittore il cosiddetto “Libro del mare”, che dà conto dell’usurpazione dei territori boliviani durante la Guerra del Pacifico (1879-1883) con il Cile. Dopo aver visto il libro, Galeano fece appello alla sua capacità di sintesi storica: propose a Morales di chiamare questa opera “Il libro del Mare Rubato”, dopo di che affermò che la “Bolivia è un esempio di dignità per il Latinoamerica”.
4. Galeano è riapparso, in silenzio, durante la Riunione delle Americhe di Panama del 2015
Nell’ultima Riunione delle Americhe, Galeano è tornato a riapparire nel dibattito pubblico regionale, una volta di più, ma in silenzio. Lo ha fatto attraverso una firma, datata 5 aprile 2015, contro il decreto esecutivo di Barack Obama che considera il Venezuela una “minaccia”. La storia è molta concreta, allora: un modulo con i suoi dati si è aggiunto alle più di 11 milioni di firme che, dal Venezuela e da altre parti della regione, sono state portate a Panama dal governo di Maduro. Mentre si effettuava a Panama il dibattito tra i Capi di Stato, Galeano era ricoverato, ma portava avanti, forse senza saperlo, la sua ultima azione politica.
Questi quattro momenti dipingono l’intensità del personaggio che ha smesso di camminare, e che a quest’ora tutta l’America Latina piange. In fin dei conti, si tratta di un altro fuoco che sarà difficile da spegnere e che crescerà mano a mano che le nuove generazioni conoscono la sua opera, i suoi testi, ma anche la sua prassi politica.
Juan Manuel Karg, “Galeano, los libros y la política” pubblicato il 14-04 2015 in Desinformémonos, su [http://alainet.org/es/articulo/168940] ultimo accesso 20-04-2015.
Da: http://comitatocarlosfonseca.noblogs.org/post/2015/04/20/galeano-i-libri-e-la-politica/
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